Anfia: proposta a Monti creazione di una Consulta dell’automotive
C’era una volta la Consulta della Logistica e dell’Autotrasporto. Il Governo Monti l’ha cancellata. Ma dall’Anfia è stata di fatto riproposta, in forma ampliata con un nome che tenesse dentro tutto il settore del trasporto su strada: E’ sì, perché dall’Assemblea nazionale dell’associazione è stata chiesta, proprio a Monti presente all’evento romano di stamattina, l’istituzione di una Consulta che, secondo il modello inglese e attraverso un meccanismo di raccordo tra la politica e il settore automotive, diventi ”l’interlocutore privilegiato per tutti quei provvedimenti legislativi che riguardano il mondo della mobilità, e monitori l’effettiva realizzazione di quei punti programmatici che ne costituiscono il fondamento”. Il Presidente del Consiglio l’ha definita ”di particolare interesse” dopo che gli era stata illustrata dal presidente dell’Anfia, Roberto Vavassori, nel suo intervento nell’ambito dell’Assemblea pubblica dell’Associazione della filiera nazionale dell’industria automobilistica, che quest’anno festeggia il suo centenario. La Consulta, supportata dal Governo, dovrebbe prevedere la partecipazione attiva dei Ministeri competenti sul settore automotive, insieme alle istituzioni deputate all’internazionalizzazione e allo sviluppo delle aziende, con i rappresentanti della filiera industriale nazionale (Anfia e costruttore nazionale). Secondo Anfia, nel medio periodo la Consulta dovrebbe: creare un ambiente competitivo con l’obiettivo di attrarre realtà estere; favorire la crescita dimensionale delle imprese della filiera e la loro internazionalizzazione; sviluppare ulteriormente le roadmap tecnologiche per i veicoli a basse emissioni di carbonio allo scopo di promuovere l’Italia come Paese ideale per sviluppare nuove tecnologie; promuovere l’importanza del settore automotive italiano sia presso il Governo sia verso i potenziali partner. Dal punto di vista della produzione – ha proseguito Vavassori – le proposte che avanziamo sono: la riduzione di almeno l’80% della componente A3 del costo dell’energia per le imprese ad alta intensità energetica, come quelle dell’automotive; una deroga al Patto di stabilità per consentire investimenti mirati sul trasporto locale – volti al rinnovo del parco autobus e dei veicoli speciali (come quelli per la raccolta dei rifiuti) – e per il pagamento dei debiti pregressi della P.A. verso le imprese fornitrici. Infine, il lancio, a livello nazionale, di un progetto pilota per una mobilità integrata e sostenibile in un’area geografica selezionata, in cui le imprese della filiera mettano a disposizione le proprie risorse e competenze per lo sviluppo di un modello di mobilità intelligente e integrata, e il Governo si impegni semplicemente a garantire velocità di approvazione dei progetti e snellimento dei vincoli normativi. Allargando l’orizzonte oltre i confini nazionali – ha osservato il Presidente ANFIA – occorre favorire la liberalizzazione degli scambi internazionali, a patto che gli accordi di libero scambio siglati dall’UE siano basati su una reciprocità effettiva; occorre migliorare il raccordo tra Italia ed Europa sulla legislazione, sull’intercettazione dei fondi destinati all’R&D – in vista del nuovo programma dell’Unione europea per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione, Horizon 2020 – e allo sviluppo della mobilità sostenibile, e sul peso delle lobby. Inoltre, desideriamo far parte e assumere come nostro l’obiettivo di passare, in Italia, dall’attuale 15,9% al 20% di PIL legato all’industria manifatturiera entro il 2020, e addirittura superarlo, tornando, così, ai livelli del 2000, che altri Paesi, come la Germania, sono riusciti a mantenere nonostante la crisi.
Paolo Castiglia