Strage di Viareggio, Rfi: ha ceduto l’asse del carro
Lo svio del treno merci deragliato a Viareggio la sera del 29 giugno 2009 non fu colpa di Rfi ma del cedimento dell’asse di un carrello. Lo ha stabilito la commissione d’inchiesta di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs) sul disastro ferroviario che ha causato la morte di 32 persone. Lo squarcio su un fianco della cisterna che trasportava gpl e che ha determinato l’esplosione è da attribuire all’impatto con un pezzo della controrotaia di uno scambio. La controrotaia è quello spezzone di rotaia interna al deviatoio che facilita e sorregge le ruote del treno nel passaggio da un binario all’altro.
Rfi ritiene pertanto che nel disastro non ci siano responsabilità né riguardo all’infrastruttura, né del proprio personale. Secondo la ricostruzione, l’esplosione del gpl si verificò circa tre minuti dopo lo svio del convoglio, determinato dal tranciamento dell’assale di un carro, a sua volta causato da una ‘cricca’ progressivamente estesasi fino alla rottura. Quindi, l’esplosione, per la fuoriuscita di gas da uno dei carri cisterna rovesciatisi su un fianco: proprio questo carro, adagiandosi sul terreno, impattò con la controrotaia dello scambio che, data la caratteristica forma ‘a zampa di lepre’, aprì nella fiancata del vagone una lunga fenditura.
La relazione stabilisce inoltre che la cisterna era stata costruita nel 2004, che risultava idonea al trasporto di gpl e che i binari erano in ordine.