ACI Europe: la ricetta per la crescita degli aeroporti europei
Sono cinque i punti su cui si basa la strategia di ACI Europe per la crescita degli aeroporti in Europa: tariffe aeroportuali competitive, infrastrutture adeguate, diversificazione dell’offerta, sostenibilità ambientale e crescita a livello internazionale anche tramite alleanze tra i vari scali. A indicarli è stato Olivier Jankovec, direttore generale del Consiglio degli aeroporti europei, presente a Roma per partecipare al South Europe Airport Forum organizzato da Sita, società leader nella fornitura di soluzioni IT e servizi di comunicazione per l’industria del trasporto aereo. “Nei primi sette mesi del 2011 i passeggeri sugli aeroporti europei sono cresciuti del 9 per cento mentre le merci del 3,2 per cento”, ha sottolineato Jankovec, precisando che per l’intero anno le previsioni sono di una crescita dei passeggeri del 6% e delle merci del 5%. “Ma gli aeroporti si troveranno ad affrontare nei mesi e negli anni a seguire una serie di sfide, come l’aumento delle compagnie low cost, che impongono una forte pressione sulle tasse aeroportuali, costringendo gli aeroporti ad un continuo ribasso. Per questo gli aeroporti dovranno offrire delle tariffe competitive – ha aggiunto il direttore generale – che non significa necessariamente una diminuzione o un blocco delle tariffe, come avviene in Italia da ormai dieci anni. E’ fondamentale infatti che l’aeroporto continui a investire, sia per l’impatto che questo può avere per l’economia globale, sia per adattarsi al continuo aumento di traffico, per il quale è previsto un raddoppio entro il 2030”.
Gli aeroporti dovranno quindi adeguarsi anche dal punto di vista infrastrutturale, offrendo un livello operativo efficace per le compagnie aeree. “Gli scali dovranno offrire sempre più prodotti alle compagnie aeree, secondo un’ottica per cui le compagnie faranno sempre meno e gli aeroporti di più”. E ancora gli scali dovranno diversificare l’offerta, in modo da diminuire la dipendenza dalla compagnia dominante sull’aeroporto, sia essa una low cost che una cosiddetta compagnia tradizionale, e lavorare sempre più sulla sostenibilità ambientale, l’unico modo per poter ottenere permessi per la crescita dello scalo. Infine, gli aeroporti dovranno puntare ad una crescita sempre più internazionale, sia ospitando compagnie provenienti dai paesi emergenti sia stringendo alleanze in ambito aeroportuale, come quella siglata un paio di anni fa tra l’aeroporto di Amsterdam e quello di Parigi.
“I due hub hanno stretto un’allenza sull’esempio di quelle strette dalle compagnie aeree, in modo da allineare le loro condizioni operative e garantendo così un prodotto migliore al gruppo di riferimento: Air France KLM. Ma – ha aggiunto Jankovec – non si tratta dell’unico caso. In generale si sta delineando una volontà degli scali di interagire sempre più tra di loro. Un altro caso ad esempio è l’allenza stratta in Francia dagli aeroporti del Centro Ovest, che si sono raggruppati per uniformare l’offerta rispetto ai vettori, per fare gli acquisti in comune, ma anche per essere più forti e resistere così alle richieste dei vettori”.