Aeroporto di Napoli: incontro tra Commissione Ambiente del Comune e comitato “No fly zone”
Prima riunione della commissione Ambiente del Comune di Napoli, dedicata al tema del traffico aereo nei cieli della città, causa di inquinamento acustico e ambientale e di preoccupazioni per la sicurezza. Presenti i rappresentanti del comitato “No fly zone”, che raggruppa cittadini e associazioni e si batte per far rispettare la normativa che vieta il sorvolo della città, e la dirigente del Servizio Controllo ambientale, Emilia Giovanna Trifiletti.
C’è troppo traffico nel cielo di Napoli, ha denunciato a nome del comitato “No fly zone” la presidente Stefania Cappiello, riepilogando le tappe principali della battaglia iniziata nel 2017 a nome di cittadini e associazioni contro gli oltre duecento passaggi che, tra decolli e atterraggi, interessano ogni giorno lo scalo di Capodichino. Un aeroporto che cresce anno dopo anno in termini di passeggeri e voli ma – sostiene il comitato – privo delle caratteristiche per essere considerato tale e che invece, a causa del blocco del progetto del nuovo aeroporto internazionale di Grazzanise, è diventato l’unico scalo aereo della Campania. L’utilizzo della rotta più breve per l’atterraggio, che prevede il sorvolo della città e che non è consentito dalla normativa attuale se non in caso di necessità, causa continui passaggi aerei sulle zone residenziali e gravi disagi alla popolazione.
In nome della sicurezza e della tutela della salute, il comitato ha chiesto alla commissione una presa di posizione di netta contrarietà all’attuale organizzazione dei voli e a favore della ripresa del progetto che individua in Grazzanise lo scalo internazionale della Campania. Dopo gli incontri di due anni fa con l’ente gestore dell’aeroporto Gesac e con l’Ente nazionale aviazione civile (Enac), ha ricordato il presidente della commissione Gaudini, riprende ora la discussione sull’argomento, anche alla luce dell’incremento del numero di passeggeri e di voli che Capodichino ha fatto registrare negli ultimi anni. Dopo il comitato, sarà quindi la volta di un nuovo confronto con i rappresentanti della società che gestisce l’aeroporto, con i tecnici dell’Enac e con quelli dell’Arpac, relativamente alla questione del rilevamento dei dati sull’inquinamento acustico.
Sul ruolo del Comune di Napoli, la dirigente Trifiletti ha spiegato che l’ente partecipa, insieme ad altri Comuni ed enti, alla commissione istituita ai sensi dell’articolo 5 del decreto ministeriale del 31 ottobre 1997, con competenza limitata alla definizione delle procedure antirumore. Nessuna competenza, quindi, spetta al Comune in merito alla questione delle rotte e del sorvolo della città. L’attuale procedura applicata risale al 2003, mentre è in via di sperimentazione quella che prevede l’atterraggio e il decollo utilizzando la pista lato Casoria. Nell’ultima riunione, risalente a quindici giorni fa, è stato poi dato mandato all’Enac di individuare altre possibili procedure per ridurre il rumore. Sul numero di centraline Arpac (attualmente otto) utilizzate per la raccolta dei dati, sulla loro dislocazione e sul meccanismo utilizzato per la rilevazione.