Body scanner atto terzo: Venezia
Dopo Roma Fiumicino e Milano Malpensa, oggi l’Enac ha avviato la sperimentazione dei body scanner anche all’aeroporto “Marco Polo” di Venezia per i voli verso gli Stati Uniti e altre destinazioni sensibili.
Di due tipi gli apparecchi attivati: un body scanner a cabina fissa per i passeggeri in partenza per l’America e un apparato mobile da posizionare a seconda delle esigenze presso le postazioni centrali di controllo.
Il body scanner a onde millimetriche passive (Pmmw – Passive Millimeter Wave) attivato a Venezia si basa sul principio fisico in base al quale ogni corpo emette, riflette o assorbe energia elettromagnetica. Si dice infatti “passivo” perché non ‘bombarda’ di energia il soggetto sottoposto a controllo ma ne registra l’emissione prendendo come riferimento quella normalmente emessa dal corpo umano.
Gli abiti e i tessuti in genere, risultano quasi neutri a questo tipo di energia, consentono di rilevare, tramite differenza di calore, la presenza di oggetti nascosti sotto i vestiti e invisibili ai metal detector.
Le apparecchiature in sperimentazione al “Marco Polo” non sono nocive per la salute e garantiscono la privacy del passeggero. Non emettono infatti nessun tipo di radiazione o di onda, mentre l’immagine evidenziata sul monitor dell’operatore è solo una sagoma della persona senza alcun dettaglio anatomico. Le immagini, inoltre, non sono archiviabili e vengono utilizzate solo nel momento del passaggio del viaggiatore attraverso l’apparecchiatura.