La Iata chiede ai governi misure per aumentare la competitività dell’aviazione
Concentrare gli impegni su misure che consentano la competitività del settore dell’aviazione in Europa. E’ quanto chiede la Iata, l’associazione internazionale del trasporto aereo, ai legislatori europei. “La safety e la security sono sempre la priorità. Ma in questo momento critico per le economie europee è importante che le politiche si concentrino su azioni che supportino la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, rafforzino la competitività e supportino uno sviluppo sostenibile”, ha dichiarato Tony Tyler, direttore generale e ceo della Iata. Tyler ha esortato i legislatori a lavorare con l’industria su soluzioni vantaggiose per tutti e ha sottolineato alcune priorità. Per quanto riguarda la capacità ha evidenziato la preoccupazione del settore per quanto riguarda il cambiamento della regola “use it or lose it”, secondo il recente Airport Package. Secondo Tyler far volare aerei vuoti infatti non migliora né la competitività nè la situazione ambientale. L’altra preoccupazione riguarda la situazione del Single European Sky (il Cielo Unico europeo) destinato ad aumentare la capacità dello spazio aereo europeo, a migliorare la safety e dimezzare i costi. Ma un recente resoconto ha riferito che solo cinque su 27 Stati sono sulla strada per soddisfare gli obiettivi accordati per ridurre i ritardi e migliorare il costo dell’efficienza. E che solo uno su nove FAB – Functional Airspace Block rispetterà la scadenza di raggiungere l’obiettivo entro la fine dell’anno. Per quanto riguarda il sistema di quote di emissione ETS, la Iata ha sottolineato di avere continuato a cercare una soluzione globale attraverso l’Icao (International Civil Aviation Organization) per impedire che l’Europa includesse unilateralmente l’aviazione internazionale nell’Ets dell’Unione europea. “Questo approccio unilaterale va oltre la distorsione del mercato e gli Stati lo vedono come un attacco alla loro sovranità”, ha detto Tyler. Infine il ceo della Iata ha parlaro del biocarburante, osservando che si tratta di una componente-chiave dell’obiettivo del settore dell’aviazione di imporre un tetto delle emissioni nette dal 2020 e di dimezzarle entro il 2050 rispetto ai livelli del 2005. “Per passare dai voli dimostrativi a qualcosa di più reale abbiamo bisogno che i prezzi calino e che la fornitura aumenti. La conseguenza della politica attuale sarà quella di spostare gli investimenti verso il trasporto su strada che hanno delle forme di energia alternative”.