Per Finmeccanica perdita di 2,3 miliardi di euro nel 2011
“Il 2011 ha rappresentato un anno straordinariamente difficile, caratterizzato da una necessaria e incisiva rivisitazione della strategia industriale e del modello di business e tecnologico di Finmeccanica, che si è inevitabilmente riflessa sul bilancio. Il 2012 si caratterizzerà per un miglioramento dei principali indicatori di bilancio e sarà un anno di delicata transizione verso la Finmeccanica del futuro”. Questo il commento di Giuseppe Orsi, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, nel presentare i risultati del 2011, che si è chiuso con una perdita di 2,306 miliardi di euro, rispetto all’utile netto di 557 milioni del 2010. Sul risultato hanno pesato un’Ebita Adj. negativo per 216 milioni di euro, rispetto a 1,58 miliardi in positivo del 2010, a causa di alcuni eventi, sottolinea la società, di eccezionalità” e che riguardano accantonamenti,svalutazioni ed extracosti, per un totale di 1,094 miliardi di euro, nei settori dell’Aeronautica (per i programmi B787 e C-27J), spazio (per il programma turco Gokturk e altre attività minori), elettronica per la difesa e sicurezza (per attività di riposizionamento del business e rischi connessi ad alcuni programmi in fase di completamento o di revisione); trasporti (per rischi derivanti dadisfunzioni organizzative che incidono negativamente sulla qualità di prodotti e processi); sistemi didifesa (per l’evoluzione negativa con le controparti di alcuni contratti). L’Ebit è negativo per 2,386 miliardi di euro, rispetto 1,232 miliardi positivi del 2010, con unpeggioramento di 3,618 miliardi. Sul dato influiscono una serie di “oneri non ricorrenti”, che hanno inciso negativamente per complessivi 2,086 miliardi di euro. In deciso calo anche gli ordini, pari a 17,43 miliardi contro i 22,45 miliardi del 2010 (-22%). La contrazione ha interessato principalmente i settori dell’elettronica per la difesa e sicurezza, dei trasporti e degli elicotteri.
Previsioni 2012
Per l’esercizio 2012 si prevedono, a parità di perimetro, ricavi compresi tra 16,9 e 17,3 miliardi di euro. L’Ebita Adjusted tornerà positivo nei settori dell’Aeronautica e dei Trasporti (anche se, in quest’ultimo, ancora negativo nel segmento veicoli), e sarà in crescita nei settori elettronicaper la difesa e sicurezza ed elicotteri. Tali andamenti permetteranno all’Ebita Adjusted di Gruppo diattestarsi a circa 1.100 milioni di euro. In termini di Free Operating Cash Flow (FOCF), si prevede unflusso di cassa positivo. Ciò deriverà da una “gestione operativa” che, dopo aver finanziato parte deglioneri di ristrutturazione accantonati nel 2011, gli oneri finanziari e le imposte, genererà un avanzo dicassa superiore a 900 milioni di euro (pur in presenza di una prevista consistente riduzione degli anticipiper alcuni importanti programmi tra cui Eurofighter), mentre la “gestione investimenti”, dopo averincassato i previsti contributi dalla legge 808/85, genererà un assorbimento di cassa di circa 900 milioni dieuro.