Trasporto internazionale: domanda in salita, load factor in calo
Secondo i calcoli della Iata il trasporto aereo internazionale è cresciuto nel 2011 del 6,9% rispetto all’anno precedente grazie anche all’impennata del 6,2% registrata tra febbraio e luglio che ha compensato la bassa crescita (1,2%) del periodo settembre-dicembre. Anche la capacità è salita, 8,2%, facendo però calare il load factor risultato a fine anno del 77,4%. Sono state le compagnie aeree dell’America Latina risultate in testa come crescita con un aumento della domanda rispetto al 2010 del 10,2%. Secondo la Iata lo sviluppo del traffico aereo di quest’area è appoggiato da condizioni economiche sane e dall’attività commerciale con il Nord America e l’Asia.La seconda percentuale di incremento a livello di traffico internazionale è stata nel 2011 quella dei vettori europei che hanno visto salire la domanda del 9,5% e la capacità del 10,2% con un coefficiente di riempimento risultato del 78,9%. Secondo la Iata l’eccellente performance delle compagnie europee può risultare sorprendente vista la situazione debitoria di molti Stati d’Europa, ma in realtà esse hanno beneficiato di una robusto business nel mercato del lungo raggio in parte collegato all’elevato livello delle esportazioni dall’Europa Settentrionale.I vettori del Nord America hanno registrato l’anno scorso i più alti load factors (80,7%) il che dimostra, secondo la Iata, rigorose capacità di management insieme ad una crescita della domanda di traffico internazionale che nell’intero arco dell’anno è salita del 4% rispetto al 2010. Tuttavia l’espansione della capacità è stata meno veloce di quella della domanda con il risultato del 6% di aumento. Il traffico internazionale delle compagnie del Medio Oriente ha registrato una crescita dell’8,9% contro quella del 9,7% della capacità con la conseguenza che il load factor è risultato del 75.4%, il più basso, fatta eccezione per quello dei vettori africani. Le compagnie di quest’area hanno indubbiamente segnato il passo, ma, osserva la Iata, i prezzi concorrenziali del loro prodotto e la buona posizione geografica dei loro hub garantisce loro il continuo allargamento della quota da esse detenute sui mercati del lungo raggio.I vettori dell’area Asia-Pacifica hanno registrato la maggiore discrepanza tra aumento del traffico e aumento della capacità dell’intero 2011 con una crescita del traffico del 4,1% contrapposta ad una salita del 6,4% della capacità. Una significativa parte di questo rallentamento è imputabile, secondo la Iata, al terremoto e allo tsunami in Giappone. Ma anche se l’impatto di questo evento sul trasporto aereo può considerarsi momentaneo, tuttavia la rilevante caduta delle merci aeree nell’area nonché quella della domanda da parte dell’Occidente di beni di consumo ha ridotto di fatto buona parte del “business travel” delle compagnie aeree della regione il cui load factor medio è risultato del 75,9%. Le compagnie africane hanno visto salire la domanda nell’intero anno del 2,3%. La loro relativamente deludente performance deve essere in parte attribuita ai disordini e allo stato di tensione di vari paesi del Nord Africa, anche se i buoni risultati economici della regione nel suo complesso hanno generato una significativa domanda di viaggi aerei. Tuttavia le compagnie africane non sono state capaci di trarne un completo beneficio con una lenta crescita che si è tradotta in una perdita di quote di mercato. La capacità è salita nel 2011 del 4,4%, mentre il load factor medio registrato è stato il più basso dell’intera industria del trasporto aereo: 67,2%. (Per l’intero resoconto dell’anno 2011 si può contattare il sito www.iata.org)