Vulcano: danni per 5 miliardi di dollari
Il blocco degli aerei causato dalla nube del vulcano islandese è costata al mondo 5 miliardi di dollari in Pil. E’ la conclusione tratta dal rapporto presentato a Pechino durante la X edizione del Global Travel & Tourism Summit, promosso dal World Travel and Tourism Council.
Nel dettaglio, andando per aree specifiche, si sono persi 957 miliardi nelle Americhe, 517 miliardi in Asia e 591 miliardi nel Meaf. Ma peggio di tutti sta la vecchia Europa, che si è vista bruciare 2.632 miliardi.
Lo studio effettuato da Oxford Economics, società leader nella consulenza e nelle previsioni economiche, sottolinea che il prepotente vulcano dal nome impronunciabile non ha lasciato a terra solo il mondo dell’aviazione, ma l’intera vita economica mondiale.
Nella prima settimana dell’eruzione di Eyjafjallajokull (17-22 aprile), la chiusura temporanea dello spazio aereo europeo ha causato una perdita nel Pil mondiale di 4,7 miliardi di dollari. Considerando altri 5.000 voli cancellati nel periodo seguente e fino al 24 maggio, a questa cifra va aggiunto un ulteriore 5%.
Il rapporto di Pechino segnala che, dal 15 al 21 aprile, oltre 100 mila voli in meno hanno solcato i cieli d’Europa rispetto alla settimana precedente, con un calo del 53%. Se le perdite nette del settore dell’aviazione ammontano a 2,2 miliardi di dollari, le perdite nette per la spesa turistica ammontano a 1,6 miliardi di dollari, al netto delle spese sostenute dai passeggeri costretti a terra. Poiché sono stati colpiti più di 7 milioni di passeggeri, e l’impatto è stato registrato su quasi tutti i voli con destinazioni in Europa, gli effetti economici sono stati avvertiti in tutto il mondo, in ogni comparto dell’economia e nell’intero commercio internazionale.