Auto elettriche cinesi: l’Europa alza i dazi doganali
Anche in Europa, Turchia e Stati Uniti, scatta l’allarme contro le auto elettriche cinesi e l’invasione di nuovi costruttori asiatici.
Una mossa che è stata attuata inizialmente dall’amministrazione Biden, seguita dalla Turchia, dove Erdogan, intento nel proteggere le emergenti realtà automobilistiche turche, ha alzato fino al 40% i dazi doganali sulle auto elettriche cinesi.
In uno scenario apocalittico, quello dell’automotive, dove tra elettrificazione, mobilità sostenibile, out-out della Commissione Europea e transizione energetica, il mercato auto sta vivendo uno dei periodi più bui di sempre, dove l’incertezza regna sovrana.
Il Vecchio Continente corre ai ripari ostacolando, con barriere virtuali e dazi, la commercializzazione di auto elettriche cinesi.
La principale indiziata di tutta questa situazione è Pechino. Sua la colpa di aver sovvenzionato oltre misura, diversi costruttori cinesi, favorevoli nella corsa verso la produzione di auto elettriche.
Una “scommessa sul futuro” tutt’altro che concorrenziale, perché gli enormi capitali a disposizione di nuovi costruttori automobilistici cinesi, li avrebbe favoriti nella corsa tecnologica e nello sviluppo, produzione e commercializzazione di veicoli a zero emissioni.
Vendita a prezzi inferiori a quelli dei reali costi di produzione, un fenomeno classificato come “dumping” che sarebbe poco corretto e che avrebbe spinto Bruxelles ad alzare barriere e mura contro un’avanzata inarrestabile.
Il caro e vecchio ruolo dell’Europa, leader fino a qualche anno fà, nella produzione di auto sportive, utilitarie, SUV, Crossover e soprattutto di veicoli di segmento medio, oramai è un vecchio ricordo.
La Cina avanza e c’è solo un’arma da poter utilizzare, quella dei dazi doganali.
Il Vicepresidente della Commissione Europea con la delega al Commercio, Valdis Dombrovskis ha dichiarato: “Il nostro obiettivo non è chiudere il mercato europeo ai veicoli elettrici cinesi, ma garantire che la concorrenza sia leale”.
Una mossa che vede tutt’altro che allineati i paesi europei, contrario all’aumento dei dazi doganali è la Germania, il cancelliere Olaf Scholz, ha esortato la Commissione Europea a intraprendere nuovi colloqui con la Cina.
Un eccessivo protezionismo, questa anche la visione che Svezia e Ungheria hanno in merito all’aumento dei dazi doganali sulle auto elettriche importate dalla Cina.
Anche l’Italia si è pronunciata in merito, per il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adofo Urso, questa mossa è in linea con la politica europea e con l’obiettivo di tutelarne la produzione. L’industria italiana, si legge in una nota del Ministro, deve riaffermare il suo ruolo nell’industria automobilistica.
Contraria a ogni barriera è Stellantis, l’AD Carlos Tavares ha ribadito il ruolo dell’azienda a livello globale. Il Gruppo crede nella concorrenza libera e leale e non sostiene misure che contribuiscono a dividere e creare disparità in questo mondo.
In Europa, quali effetti avranno i nuovi dazi doganali sull’importazione di auto elettriche cinesi?
Dall’attuale 10% arriverà fino al 38,1%, dunque ci saranno imposte nettamente superiore alla dogana sui veicoli elettrici cinesi.
Da Bruxelles arrivano indicazioni sui dazi da imporre ai singoli costruttori automobilistici cinesi:
- fino al 17,4% per BYD
- 20% per Geely
- 38,1% per Saic.
Queste, le tre grandi aziende accusate dalla Commissione Europea, di non aver fatto chiarezza in merito ai sussidi forniti da Pechino, il tutto nonostante la Commissione Europea abbia più volte chiesto delucidazioni in merito alla produzione e al piano industriale sulle auto elettriche svolto negli ultimi anni.
Discorso diverso è per chi ha collaborato con l’Europa nell’indagine sulle sovvenzioni.
In quest’aria di cambiamenti si posiziona anche un marchio leader nella produzione di auto elettriche, Tesla.
Il costruttore americano ha una fabbrica a Shanghai, così l’azienda ha chiesto all’Europa di non essere coinvolta nel piano di protezione e di essere oggetto di un trattamento speciale.
Per il Vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, l’indagine avviata lo scorso autunno in merito all’impennata delle importazioni di auto elettriche provenienti dalla Cina, ha portato a dei risultati.
Le nuove tariffe dovrebbero entrare in vigore a partire dal mese di luglio.
Una concorrenza sleale quella attuata da Pechino, che secondo Bruxelles, in tre anni ha portato l’industria automobilistica cinese, a detenere una quota di mercato di veicoli elettrici pari al 25% contro il 3% di qualche anno fa.
Una situazione che potrebbe comportare in Europa una perdita di oltre 2 milioni di posti di lavoro.