Auto: l’aftermarket non teme la transizione elettrica
Anche dopo 2035 le auto endotermiche continueranno a dare lavoro al settore
Le imprese dell’aftermarket automobilistico mostrano un atteggiamento sereno nei confronti della transizione elettrica. In base allo studio “Il settore dell’Aftermarket dell’automotive tra tradizione e innovazione”, condotto dal Centro Studi Tagliacarne per la Camera di Commercio di Modena, in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino e con il supporto dell’Anfia, solo il 5% di queste realtà sta riconvertendo la propria produzione all’elettrico.
Il motivo è presto detto: anche dopo il 2035, anno dello stop alla produzione di auto con motorizzazione tradizionale (il dibattito resta comunque aperto), le auto con motore endotermico continueranno a circolare, garantendo lavoro al comparto per almeno un altro decennio.
A preoccupare le imprese, quindi, non è tanto il passaggio all’elettrico, quanto la crescente concorrenza di Paesi come la Cina. Secondo il 37,7% delle aziende, infatti, la competizione cinese rappresenta il principale ostacolo alla crescita del settore.
L’importanza del settore del post-vendita
Parliamo un po’ di numeri. Il comparto dell’aftermarket in Italia conta circa 29.000 imprese specializzate nella produzione e vendita di ricambi per auto. Il settore genera un valore di 28,1 miliardi di euro e impiega quasi 400.000 persone. Il Nord Italia rappresenta il cuore pulsante del settore, con oltre il 70% del valore totale concentrato in quest’area, trainata in particolare dalla Lombardia, che da sola copre il 28,6%.
E c’è di più: nonostante la concorrenza internazionale, il 41% delle imprese del settore prevede una crescita del fatturato per quest’anno.
Obiettivi e proposte per il futuro
A ribadire l’importanza del settore aftermarket Giuseppe Molinari, presidente della Camera di Commercio di Modena che ha dichiarato: “Il rilievo economico dell’aftermarket emerge ancora di più in termini di comparazione con altre filiere: il suo valore aggiunto è quasi pari al settore dell’agricoltura e tre volte il settore della farmaceutica”.
Dario Gallina, presidente della Camera di Commercio di Torino, durante la presentazione dello studio prima citato, ha affermato “Il comparto dell’aftermarket sembra avere dinamiche diverse: da un lato può mantenere le strategie correnti, prevedendo un mercato stabile per diversi anni, ma come tutto il settore industriale, è chiamato comunque a evolversi e a investire in digitale e tecnologie green”.
Gianmarco Giorda, direttore generale dell’Anfia, ha infine spiegato “L’aftermarket intercetta più lentamente rispetto alla componentistica di primo impianto i cambiamenti che stanno avvenendo nella filiera industriale dell’automotive, essendo legato all’evoluzione del parco circolante”.