Automotive: Mario Draghi traccia una road map per il settore
Dieci proposte per rendere l’Europa più competitiva rispetto a Cina e Usa
L’automotive europeo sta vivendo un periodo molto delicato. È per questo che si cercano soluzioni, come nel caso del nuovo rapporto redatto dal Prof. Mario Draghi, un documento che offre una visione dettagliata sulle sfide e le opportunità per l’industria automobilistica europea.
Perdita di competitività: le cause
Secondo il rapporto, uno dei principali fattori alla base della perdita di competitività dell’Europa è il disallineamento tra le politiche climatiche e industriali (aspetto messo in evidenza anche dal Governo italiano). Mentre l’UE ha adottato politiche climatiche ambiziose, non è riuscita a implementare una strategia industriale coerente per sostenere la transizione verso la mobilità elettrica. A differenza della Cina, che ha iniziato già nel 2012 a sviluppare una strategia su larga scala, l’Europa si trova ora a inseguire, con il rischio di perdere ulteriormente terreno.
Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno adottato misure aggressive per proteggere la propria industria, inclusi ingenti investimenti pubblici nelle nuove tecnologie e l’imposizione di barriere commerciali. Questo approccio ha rafforzato la loro posizione, mentre l’Europa si trova a fare i conti con una delocalizzazione crescente della produzione e la minaccia di acquisizioni di aziende strategiche da parte di concorrenti esteri sovvenzionati dallo Stato.
Le proposte per il futuro dell’automotive
Per evitare una crisi profonda, il rapporto di Draghi propone una serie di azioni concrete da intraprendere a livello comunitario con un duplice obiettivo: a breve termine, evitare la delocalizzazione della produzione e, a medio termine, ristabilire una posizione di leadership competitiva dell’Unione europea anche sui veicoli di nuova generazione.
Il rapporto, dunque, avanza dieci proposte chiave:
– Garantire costi di trasformazione competitivi, soprattutto per quanto riguarda l’energia, attraverso accordi a lungo termine che stabilizzino i costi.
– Elaborare un piano d’azione industriale per il settore automobilistico, che rafforzi il coordinamento lungo tutta la catena del valore.
– Promuovere una coerenza normativa nell’ambito delle politiche climatiche, adottando un approccio tecnologicamente neutrale e basato sul ciclo di vita delle emissioni.
– Favorire la standardizzazione per sfruttare le economie di scala e migliorare la connettività all’interno del mercato unico.
– Creare “Net-Zero Acceleration Valleys”: aree dedicate all’innovazione nel settore automobilistico, con incentivi fiscali e sostegno agli investimenti.
– Sviluppare infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, integrando meglio le politiche energetiche e di trasporto.
– Implementare una politica digitale per supportare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e altre tecnologie avanzate nel settore.
– Sostenere progetti europei comuni nei settori più innovativi, come i veicoli autonomi.
Colmare le lacune di competenze, fornendo formazione per affrontare le nuove esigenze del settore, dalla digitalizzazione all’elettrificazione.
– Migliorare l’accesso al mercato globale, promuovendo l’armonizzazione tecnica a livello internazionale.
Un futuro di innovazione e sostenibilità
Il rapporto di Draghi sull’automotive mette in evidenza la necessità di un intervento rapido e coordinato per evitare un ulteriore declino della competitività europea. Solo con una visione strategica che integri innovazione, sostenibilità e competenze tecnologiche sarà possibile mantenere l’Europa all’avanguardia dell’industria automobilistica globale. Le proposte avanzate nel rapporto offrono una road map chiara per rilanciare il settore, preservando occupazione e competitività in un’epoca di rapidi cambiamenti tecnologici e climatici.