Buona segnaletica, in campo le associazioni
“Certificazione di prodotto e manutenzione per una buona segnaletica: sono questi i due cardini su cui lavorare, e ce n’è di strada da fare”. Lo sottolinea il presidente Assosegnaletica, Paolo Cattorini, intervenuto nel corso dell’incontro organizzato da Assosegnaletica e Federmobilità sulla segnaletica stradale.
Il convegno ha registrato l’impegno congiunto delle due organizzazioni per migliorare la segnaletica. E’ “un impegno a due voci”, spiega Cattorini, “quello che promuove l’associazione: imprese da un lato, amministrazioni pubbliche dall’altro, perché gli incidenti stradali pesano sul totale degli infortuni sul lavoro per il 54%, a carico delle aziende. Mentre la mobilità incide fortemente sul governo del territorio”. E una conferma importante viene dai dati del rapporto annuale Inail: gli incidenti su strada nel 2008 sono cresciuti di due punti percentuali rispetto al 2007. Centrale il problema della segnaletica temporanea, sul quale occorre coinvolgere le città in un pronto intervento.
“La malasegnaletica è anche un problema di confusione di competenze”, dichiara Alfredo Peri, presidente di Federmobilità e assessore ai Trasporti dell’Emilia Romagna, anche lui al convegno: “non è possibile che ognuno agisca solo nel proprio perimetro. Deve cambiare la prospettiva: la segnaletica è l’espediente tecnico della comunicazione della politica di una città per cui divieti, sensi obbligati, orientamento dei flussi di traffico ne rappresentano il funzionamento”.
Federmobilità, l’associazione che riunisce gli assessorati ai trasporti delle amministrazioni locali, invita ad aprire il dibattito con i tecnici e i professionisti. “Occorre operare su più fronti per migliorare la situazione delle strade”, ha detto Annita Serio, direttore di Federmobilità. “Non bisogna limitarsi alla pianificazione, ma serve maggiore spazio al monitoraggio delle opere durante il loro utilizzo. Inoltre”, conclude Serio, “una partita dolorosa è quella delle risorse. Gli strumenti normativi ci sono, ma occorre lavorare sulla consapevolezza degli enti proprietari delle strade”.