Codice della strada: Conftrasporto, la legge delega per modificarlo non è una soluzione
Codice della strada: per Conftrasporto, ancora una volta siamo di fronte a una ‘non decisione’. “La gente forse non sa quanti passaggi parlamentari siano necessari per rendere operative le norme che una legge delega, come quella approvata oggi dal Consiglio dei ministri, prevede – afferma il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè – Che le modifiche al codice della strada debbano essere affrontate con una legge delega, non c’è dubbio. Esistono tuttavia disposizioni che invece dovrebbero essere assunte in tempi rapidi, come quelle relative ai trasporti eccezionali. La scelta del governo è stata quella di inserire il tutto in una legge delega che consente di prendere tempo, e non poco”.
“Innanzitutto la legge deve essere approvata dai due rami del Parlamento, sperando non vi siano modifiche – spiega Uggè – La legge delega poi concede un tempo, solitamente da sei mesi ad un anno, all’Esecutivo per emanare i decreti legislativi che rendano operative le disposizioni delegate. In questo caso, è opportuno rammentare ai ‘non decisori’ che senza un intervento adeguato e immediato continueranno a circolare a 108 tonnellate sui nostri ponti e strade gli automezzi che trasportano bobine d’acciaio (quando a 108 tonnellate dovrebbero circolare sono mezzi con un pezzo unico e indivisibile). Quali conseguenze in termini di sicurezza e tenuta dei manufatti non è dato conoscere, ma sarebbe sufficiente coinvolgere gli uffici tecnici per avere una risposta”.
“Nel frattempo – prosegue il vicepresidente di Conftrasporto – i trasporti eccezionali, quelli regolari, continueranno, per una mancanza di chiarezza, a subire le lungaggini burocratiche che saranno loro imposte dai funzionari degli enti proprietari delle strade, timorosi di essere coinvolti in iniziative della magistratura, laddove si verificassero incidenti. Così tutto il sistema produttivo, già in crisi, finirà con il trasferirsi all’estero oppure con il perdere le commesse”.
“Sarebbe interessante – conclude Uggè – scoprire le ragioni reali per una simile decisione che rinvia nel tempo un argomento che impatta sulla sicurezza degli utenti delle strade, oltre che sul sistema produttivo. Sarà solo frutto della scelta del rinvio? Le imprese vorrebbero conoscerne le ragioni”.