Dogane: da gennaio 2011 le nuove norme sulla sicurezza
Dal 1° gennaio 2011 in tutte le dogane comunitarie scatteranno le nuove procedure per garantire la security sulle merci che entrano nel territorio dell’Unione Europea. Tali misure saranno basate sull’invio telematico dei “dati sicurezza” prima che le merci entrino sul territorio comunitario, in maniera tale da consentire l’analisi dei rischi connessi.
Possibili ritardi potranno derivare quindi dalla mancata completa telematizzazione delle procedure da parte degli operatori che potranno tradursi in un ritardo nello sdoganamento delle merci per l’intera filiera del trasporto.
I vettori stradali potrebbero trovare i maggiori problemi ai confini terrestri dell’Unione Europea – dove si registrano i maggiori ritardi – e presso i porti, dai quali arrivano le merci da altri continenti.
Ai confini con la Svizzera non ci saranno problemi, in quanto vi è uno specifico accordo tra la Confederazione elvetica e l’Unione europea sull’emendamento sicurezza.
Nonostante l’avvio delle procedure sulla security fosse previsto inizialmente per l’1 luglio 2009 e successivamente differito alla data del 1° gennaio 2011, gli Stati Membri hanno dichiarato di non essere ancora pronti e di non essere tutti allo stesso livello di implementazione.
Per tale motivo alcuni Paesi hanno previsto periodi transitori. La Germania e l’Olanda hanno previsto periodi transitori rispettivamente di 1 e 4 mesi, mentre la Francia di 2 mesi, durante i quali le nuove procedure non produrranno effetti negativi sugli operatori inadempienti.
A livello comunitario tutte le amministrazioni doganali Ue, hanno approvato un “periodo di grazia” di 6 mesi, durante i quali non saranno applicate sanzioni per l’incompletezza dei dati sicurezza.
In questo contesto, si innesta anche un aspetto di concorrenza tra dogane comunitarie, le quali potrebbero “richiamare” flussi di traffico da altri Paesi Ue, in virtù dei minori controlli sull’analisi dei rischi e della maggiore tolleranza che verrà applicata alle spedizioni dichiarate prive dei “dati sicurezza”.
Anita, l’Associazione nazionale imprese trasporti automobilistici, auspica che l’avvio delle nuove procedure sulla security non si traduca in un danno economico per gli operatori ed in particolare per i vettori stradali – ultimo anello della filiera – sui quali rischiano di ricadere gli effetti negativi nel caso in cui le merci non fossero “liberate” per mancanza dei dati sicurezza, con un allungamento dei tempi di consegna delle merci stesse.