Federauto: necessarie modifiche al decreto Cura Italia in sostegno alle concessionarie
Federauto chiede al Presidente del Consiglio Conte alcune modifiche sostanziali al Decreto-legge Cura Italia al fine di supportare le concessionarie nel periodo critico di blocco dell’attività.
“L’impatto che l’emergenza Covid-19 sta avendo sui dealer è allarmante e le disposizioni contenute nel primo provvedimento del Governo a tutela delle imprese non sono sufficienti. Se non si interviene rapidamente e in modo efficace, il rischio concreto è di compromettere la continuità aziendale e la sopravvivenza stessa delle imprese” ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto.
La Lettera a Conte
Nella lettera inviata al Presidente del Consiglio, Federauto spiega nel concreto le difficoltà vissute dal settore. “Attualmente l’attività di vendita di autoveicoli è azzerata e quella di assistenza è limitata ai casi di urgenza”, con consequenziali criticità circa la gestione del personale nonché degli stock di autoveicoli e delle parti di ricambio e mancanza di liquidità dell’impresa.
“Rispetto alle misure introdotte con il Decreto-legge 17 marzo 2020 n.18 (c.d. Cura Italia) – continua la lettera – esiste la necessità di alcune modifiche in grado di supportare le concessionarie nel periodo critico di blocco dell’attività”
Le proposte suggerite da Federauto si concentrano su un sostegno normativo grado di favorire il reperimento di liquidità per la sopravvivenza aziendale, tenendo presente che si tratta di aziende caratterizzate da un ciclo labour and capital intensive.
Nello specifico si richiede:
- L’attività di concessionari per la vendita e riparazione di autoveicoli e motoveicoli, in ragione dell’elevato valore dei singoli beni ricade totalmente fra le imprese con un fatturato superiore ai 2 milioni di euro. Non godendo delle agevolazioni di differimento dei termini di pagamento alla Pubblica Amministrazione, si chiede che in sede di conversione in legge del decreto sia inserito un esplicito richiamo a tale attività, utilizzando il parametro del patrimonio netto al 31.12.2018, ultimo bilancio approvato, nel limite di € 100 milioni.
- La compensazione orizzontale dei crediti Iva sia nei confronti dell’Erario che per la parte contributiva sarebbe un grosso supporto alla liquidità delle imprese. Oggi vige il limite di € 700.000 annui (art. 9 comma 2 D.L. 35/2013). Si chiede di allargare il limite trasformandolo in mensile. Quindi la compensazione orizzontale varrà per un importo massimo mensile pari a € 700.000.
- Il decreto è lacunoso nel trattare il caso che riguarda la situazione di dilazione dello stock. Si propone di estendere l’art. 56 comma 5 anche alle imprese con patrimonio netto inferiore a € 100 milioni quanto previsto dal comma 2b, ampliandone la portata ed includendo anche lo strumento del finstock a mezzo factoring.
- Con riferimento alle previsioni dell’art. 57, occorre che l’attività condotta dalle concessionarie auto sia ricompresa nell’emanando decreto applicativo.