Lombardia, filiera automotive: in 10 anni +14% addetti e +13% aziende
CNA Lombardia: “Una transizione incentrata solo sull’elettrico danneggia competitività e occupazione nell’automotive
La crescita delle filiere automotive e logistica sono state al centro di un convegno di CNA Lombardia. La ricerca presentata nel corso dei lavori dal Centro Studi Sintesi mostra che il ruolo centrale delle piccole e medie imprese lombarde. Un totale di oltre 55mila rappresenta rispettivamente il 2,8% e il 2,4% delle imprese totali regionali.
Buono lo stato di salute per le aziende dell’automotive, che in dieci anni dal 2014 al 2023 sono cresciute del 13%, mentre quelle della logistica sono diminuite leggermente, -3%. Molto bene il numero di addetti a supporto dei due settori: in dieci anni nell’automotive sono aumentati del 14%, mentre nella logistica del 32%.
La ricerca di ampio respiro che ha coinvolto le tre regioni locomotiva d’Italia che contribuiscono a realizzare il 41,2% del prodotto interno lordo e quasi il 53% delle esportazioni, (37,1% dell’occupazione).
La Lombardia è la seconda Regione europea, dietro solo alle Fiandre, che nel periodo post pandemia ovvero dal 2019 a oggi abbia fatto registrare una crescita maggiore, +5,7%.
Il triangolo della competitività: Automotive e Logistica tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna
Nel settore automotive, al 2023, sono 30.010 le imprese in Lombardia (2,8% delle imprese totali regionali) che hanno circa 3,2 addetti di media.
Di queste:
- l’89,2% sono micro imprese,
- il 7,1% le piccole,
- il 2,5% le medie
- l’1,2% le grandi
Anche sul numero di addetti nel comparto, che sono 96.572 (il 2,3% del totale lombardo):
- il 45,4% sono impiegati in micro imprese
- il 19,2% in piccole
- il 15,7% in medie
- il 19,7% in grandi
Da un’analisi sulla distribuzione regionale delle imprese dell’automotive emerge come il 50% sia attiva nell’ambito della riparazione, il 38% del commercio, l’8% dei ricambisti, mentre solo il 2% della produzione e della componentistica.
Nel dettaglio, dal 2014 al 2023 a trascinare la crescita del settore sono state le aziende del commercio (+36%), mentre sono calate quelle della produzione, -23% e quelle dei ricambisti, -8%.
I numeri della Regione sono in linea con quelli dell’aggregato Lombardia-Veneto ed Emilia Romagna che nel totale ha visto crescere le imprese automotive dell’11% in dieci anni.
Sul fronte addetti, la riparazione rappresenta in Lombardia il principale ambito di attività con il 43%, seguito dal commercio 24%, dalla componentistica 17%, ricambisti 9% e produzione 7%. Il numero di lavoratori, dal 2014 al 2023 è comunque aumentato del 14%: molto bene il commercio +27%, la componentistica +17% e i ricambisti +15%, mentre calano del 6% quelli della produzione. Quest’ultimo dato è in controtendenza con quello dell’aggregato delle tre regioni che invece fa segnare un +6% forte delle ottime performance dell’Emilia Romagna (+15%).
Il peso specifico dell’automotive sul PIL regionale è importante, ovvero il 4,3% del totale che all’ultimo dato disponibile risulta di 40,7 miliardi di euro suddiviso in:
- produzione 8%
- componentistica 9%
- commercio 62%
- riparazione 10%
- ricambisti 11%.
La filiera dell’automotive ha inoltre un impatto notevole anche sull’export della Regione, tanto che pesa per il 3,6% (6 miliardi di euro nel 2023) sul totale e si suddivide per il 34% in produzione e per il 66% in componentistica.
La logistica in Lombardia
Anche sul fronte della logistica in Lombardia i numeri sono comunque positivi, al di là della leggera flessione del numero di imprese registrato negli ultimi dieci anni, -3%. Al 2023 le aziende del comparto sono 25.675 (2,4% delle imprese totali regionali) e contano circa 8,7 addetti di media.
Di queste circa 7 su 10 sono micro imprese:
- 72,2% sono micro imprese
- il 17,8% le piccole
- il 6,3% le medie
- 3,7% le grandi
Anche sul numero di addetti, che sono 222.298 (il 5,3% del totale regionale), il 15,3% sono impiegati in micro imprese, il 24,1% in piccole, il 27,6% in medie e il 33,1% in grandi.
Dallo studio si evince come la distribuzione regionale delle imprese della logistica si divida principalmente in due segmenti: il 55% sono aziende attive nei trasporti, mentre il 45% nei servizi a supporto.
Nel dettaglio, in dieci anni, le imprese di trasporti sono in calo del 17%, mentre quelle dei servizi a supporto sono cresciute del 5%, per un totale di decrescita generale di circa il 3%.
Gli addetti sono per il 36% impiegati nei trasporti e per il 64% nei servizi a supporto. In particolare, quelli dei trasporti sono aumentati del 28%, mentre quelli dei servizi a supporto del 34%, per un totale di crescita generale di circa il 32%.
La logistica lombarda, inoltre impatta sul PIL regionale per il 3,3% in maniera minore dell’automotive. Ma comunque fa registrare numeri consistenti come riporta l’ultimo dato disponibile, ovvero 31,8 miliardi di euro suddiviso in: trasporti 34% e servizi di supporto 66%.
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Automotive e transizione ecologica
La ricerca di CNA Lombardia fa il punto anche sull’automotive nella transizione ecologica e in particolare analizza il parco auto della Regione.
Secondo gli ultimi dati disponibili a fine 2022 vanta 6,3 milioni di autoveicoli, di cui:
- il 54,1% è alimentata a benzina
- il 33,1% a gasolio
- il 5,2% ibrido
- lo 0,5% elettrico
- il 7,1% a gpl, metano o altro
Dal 2015 al 2022 si è inoltre assistito a un’evidente inversione di tendenza per quanto riguarda le nuove immatricolazioni e le rispettive alimentazioni.
Benzina è scesa da 42% a 37,1%, Gasolio è crollato da 47,6% a 10,6%, Ibrido è salito da 2,6% a 41,1%, mentre Gpl, Metano o altro è passato da 7,7% a 7,3%.
Il totale di nuove immatricolazioni è calato così del 22%, da 272.255 a 212.379.
Sul fronte generale secondo la ricerca, la diffusione delle autovetture elettriche in Italia e in Europa non procede con slancio. Infatti, nei primi due mesi del 2024 il numero di prime iscrizioni di auto elettriche in Italia è diminuito del -2,7%, con una erosione della rispettiva quota di mercato (attualmente al 2,8%).
A fronte dei 40 milioni di veicoli, in Italia, vi sono solo 15,7 milioni i posti auto. Solo una parte della popolazione, dunque, potrebbe avere una colonnina di ricarica in casa, mentre gran parte dei rifornimenti elettrici avverrebbe sul suolo pubblico.