Mercato auto 2023 positivo ma i numeri del 2019 sono lontani. L’appello di Unrae
L’anno chiude a -18,3% rispetto al pre-Covid, perdendo 350mila auto
Era un epilogo annunciato ma ora abbiamo i dati ufficiali: il mercato dell’auto 2023 chiude in positivo, a +19%.
Stando ai numeri forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed elaborati da Unrae, durante l’anno appena trascorso sono state 1.566.448 le auto nuove immatricolate, 250.000 in più rispetto al 2022, anno che si era fermato a quota 1.316.773.
Altro dettaglio, però, già annunciato e ora confermato è il confronto con il 2019, in perdita:
il 2023 è risultato indietro di oltre 350.000 vetture rispetto al periodo pre-pandemico, incassando una flessione del 18,3%.
A dare un contributo alla crescita su base annuale è stato anche il dato mensile di dicembre 2023, a +5,9% sullo stesso mese del 2022 con 111.136 immatricolazioni (in calo comunque di quasi il 21% rispetto a dicembre 2019).
Mercato dell’auto 2023: l’analisi per alimentazioni e segmenti
Per quanto riguarda l’analisi di mercato per alimentazioni, il motore a benzina chiude il 2023 in crescita al 28,3% di quota (+0,8%) ed un mese di dicembre con un quarto delle immatricolazioni in più (+4,7%). Il diesel scende, invece, al 17,8% di quota nell’intero anno (-2,1%), con un dicembre in calo di quasi il 5%. Il Gpl archivia un 2023 al 9,0%, in linea con la quota 2022 e con il risultato di dicembre. Le ibride guadagnano 2,1 punti e chiudono l’anno al 36,2% di share (35,2% a dicembre), con un 10,0% per le full hybrid e 26,2% per le mild hybrid. Le auto elettriche pure si fermano nel 2023 al 4,2% di share, mezzo punto in più del 2022 (6% nel solo dicembre), le ibride plug-in retrocedono al 4,4% rispetto al 2022 (-0,7%) con il 4,0% a dicembre.
L’analisi per segmento segna, su base annua, un leggero incremento delle
berline del segmento A, a fronte di una forte crescita dei suv. Un buon tasso di crescita interessa anche il segmento B, con le berline e i suv in testa. Nel segmento delle medie ©, invece, calano le berline e restano stabili i suv. Su le berline del segmento D, mentre vanno leggermente giù o suv. Forte crescita per le berline nell’alto di gamma e leggero up anche per i suv. Infine le station wagon, al 3,5% del totale, e le sportive, allo 0,8%.
Mercato auto 2023: la diffusione geografica
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, nel 2023 il Nord Est conferma la prima posizione con una quota abbastanza stabile al 30,7%, grazie però soprattutto al noleggio. Il Nord Ovest scende al 29,9% del totale, il Centro Italia sale a rappresentare il 24,2% delle immatricolazioni totali, Sud e Isole scendono di qualche decimale, rispettivamente al 10,3% e 4,9%.
Mercato auto 2023: le dichiarazioni di Michele Crisci, presidente Unrae
“Il Ministro Adolfo Urso ha annunciato la predisposizione di un dpcm di modifica delle regole degli incentivi per il 2024. Alla luce dei tempi burocratici di approvazione e ratifica da parte delle istituzioni coinvolte e della necessità di aggiornare la Piattaforma Invitalia, è molto forte e preoccupante il rischio che i nuovi incentivi non siano operativi in tempi brevi, situazione che
porterebbe a un ulteriore rallentamento o alla paralisi del mercato”.
Il nuovo provvedimento dovrebbe, a quanto sembra, aver comunque accolto le richieste
di Unrae, che riguardano l’estensione dell’incentivo a tutte le imprese con bonus a importo
pieno; l’aumento degli importi dell’Ecobonus; il riporto al 2024 dei fondi inutilizzati nel 2022
e, nel corso dell’anno, anche quelli del 2023 (complessivamente oltre 600 milioni); il probabile
allungamento dell’orizzonte temporale di applicazione dell’Ecobonus al 2025. Sul fronte del progresso verso la transizione energetica, intanto, il 2023 si conferma un anno perso come mostrano i dati sulle auto green: a dicembre le Bev hanno raggiunto quota 6,0% e le Phev il 4,0%, ma l’intero anno ha chiuso con le Bev ferme al 4,2% e le Phev al 4,4%,
lontane dalle quote più elevate non solo dei Major Markets d’Europa ma anche di Paesi con Pil
pro capite a parità di potere di acquisto inferiore rispetto all’Italia”.