L’auto si conferma il mezzo preferito dagli italiani, uso aumentato del 10% in 5 anni
L’auto privata resta il mezzo di trasporto preferito dagli italiani. Lo conferma la 2a edizione dell’Osservatorio sugli stili di mobilità degli italiani, promosso da Legambiente in collaborazione con Ipsos e, da quest’anno, con la partnership di Unrae.
Rispetto a 4-5 anni fa, il 28% degli intervistati oggi usa l’automobile in modo più frequente, il 50% come prima, il 18% di meno, con un saldo di 10 punti percentuali a favore di chi la usa di più: un risultato da collegare verosimilmente alle conseguenze della pandemia.
Il quadro evidenzia che gli italiani quando possono si spostano a piedi o in bicicletta “perché è importante per la salute”, ma per gli spostamenti quotidiani preferiscono ancora la propria auto. Quanto ai nuovi mezzi elettrici, è sempre l’auto a prevalere di gran lunga rispetto a scooter, bici e monopattini elettrificati.
Il campione intervistato ha un’età media di 47 anni, è composto per il 51% da donne e 49% da uomini, così distribuito geograficamente: 45% al Nord, 20% al Centro e 35% al Sud del Paese. Infine, il 54% degli intervistati presenta un’occupazione stabile.
Le carenze quali-quantitative del trasporto pubblico alla base della scelta
Il 93% degli intervistati su scala nazionale ha usato la propria auto nell’ultima settimana, un dato che si ritrova con piccole variazioni anche nelle 5 grandi aree metropolitane esaminate: 90% a Torino, 88% a Napoli, 87% a Roma, 84% a Firenze, 83% a Milano.
La predilezione degli italiani per l’auto è dovuta principalmente alle notorie carenze quali-quantitative del trasporto pubblico: tratte non coperte (35%), frequenza corse insufficiente e orari non affidabili (19%), mezzi scomodi, non climatizzati e poco puliti (13%), necessità di accompagnare persone con limitazioni di mobilità, come bambini, anziani o disabili (14%).
E la transizione all’elettrico?
Il 67% è d’accordo ad accelerare l’elettrificazione dei trasporti, anche a fronte di costi economici, e le percentuali sono ancora più elevate nei centri urbani come Firenze (72%), Milano (73%), Napoli (75%), Roma (76%); sotto la media nazionale è Torino con 62%.
E se l’82% degli intervistati si dichiara intenzionato ad acquistare o noleggiare un’auto elettrica, fra le diverse condizioni per poterlo fare ci sono sufficienti incentivi economici (59%), maggiore autonomia (55%), disponibilità di punti di ricarica in città (47%) e/o fuori città (41%), ricarica più veloce (47%). Non risultano invece essere un problema, a differenza di anche solo pochi anni fa, né le performance delle auto (23%) né la disponibilità di modelli (19%).
Volendo acquistare o noleggiare un nuovo mezzo elettrico nei prossimi 1-2 anni, il 64% opterebbe per un’auto ibrida, il 59% per una plug-in, il 53% per una elettrica pura. Se è l’auto elettrica il mezzo che la maggioranza (53%) preferisce, come auto principale (81%) non usata ma nuova (83%), la modalità preferita è ancora l’acquisto (80%).
Quanto al costo, il 36% degli intervistati non ritiene accettabile pagare di più per un’auto elettrica rispetto ai modelli tradizionali, mentre il 25% sarebbe disposto a spendere fino al 10% in più e il 16% si spingerebbe anche oltre il 15% di sovrapprezzo. A parte il potere d’acquisto, su queste risposte pesa anche la consapevolezza – non ancora molto diffusa – dei risparmi che l’auto elettrica offre sulle spese d’esercizio.
Ma oltre al costo dell’auto, c’è il problema della ricarica: gli intervistati nel loro insieme vorrebbero colonnine diffuse dovunque, dalle stazioni di servizio (21%) ai parcheggi dei centri commerciali (20%), alle autostrade (18%), ai garage (17%), con la quota più alta (24%) che indica l’abitazione o il condominio. Ma per l’installazione domestica pesano le difficoltà burocratiche ed economiche, soprattutto in città come Roma, Napoli e Torino.
Al tema della ricarica è legato quello dell’autonomia: la richiesta di chi è disposto ad acquistare un’auto elettrica risulta pari in media a 435 km, e nelle grandi città anche meno (il minimo a Napoli, 355 km). Si tratta di valori ormai disponibili in una larga quota dell’attuale offerta di prodotto.
L’Osservatorio Legambiente-Ipsos conferma, infine, la necessità di incentivi per transizione elettrica.