Stellantis: le strategie del Governo per un futuro in Italia
Per garantire un futuro italiano a Stellantis scende in campo il Governo.
È infatti previsto per il prossimo 15 giugno l’incontro con azienda e sindacati in cui il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, comincerà a spiegare quali carte il Governo è pronto a mettere sul tavolo per giocare un ruolo di primo piano nelle scelte future del gruppo, anche grazie alle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
All’incontro ci sarà il viceministro piemontese, Gilberto Pichetto Fratin ed è stato invitato anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
Il piano industriale di Stellantis
Attualmente Stellantis sta costruendo il piano industriale, atteso tra fine anno e inizio 2022, ma alcune novità si potrebbero già conoscere nell’Electrification Day dell’8 luglio. I tempi, quindi, sono stretti. Il Governo può giocare un ruolo fondamentale sul fronte degli ecoincentivi, delle infrastrutture come le colonnine di ricarica, di tutto quello che può aumentare la domanda di veicoli a propulsione green. Sul tavolo ci sono il ruolo degli stabilimenti italiani, la produzione di auto elettriche e delle batterie che le alimentano. Tavares, amministratore delegato di Stellantis, ha posto subito il problema della riduzione dei costi industriali delle fabbriche italiane e il progetto allo studio per un’unica linea produttiva a Melfi ha creato fibrillazione nel mondo sindacale e politico. I sindacati chiedono di conoscere quali prodotti e volumi il gruppo prepari per l’Italia per uscire dalla cassa integrazione di nuovo massiccia in tutte le fabbriche a causa del calo delle vendite dovuto al Covid. Tra le questioni aperte c’è la sede della terza fabbrica europea per la produzione di batterie per l’auto elettrica, che Stellantis potrebbe realizzare in Italia (le altre due saranno in Francia e Germania).
Stellantis: gigafactory a Torino?
Anche in questo caso sarà importante conoscere le risorse che il governo Draghi è disposto a mettere in campo e come il progetto possa essere articolato. Una questione su cui il confronto tra i tecnici del governo e l’azienda sarebbe già in corso da qualche settimana. Istituzioni locali e sindacati hanno chiesto a gran voce che la Gigafactory si faccia a Torino, a Mirafiori, dove c’è già un laboratorio di ricerca sugli accumulatori e il megaimpianto V2G per la ricarica delle utilitarie. La sindaca Chiara Appendino ha scritto anche al premier Mario Draghi per caldeggiare questa scelta, ma Torino non è l’unica ipotesi sul tappeto. “L’incontro vuole essere prima di tutto un luogo di confronto costruttivo per individuare insieme la strada migliore per realizzare la riconversione della produzione industriale.