Stop ai motori endotermici: verso una revisione anticipata?
Il ministro Urso propone di ridiscutere gli accordi Ue entro il 2025
Rivedere i piani sullo stop ai motori endotermici nel 2035 il prima possibile: è quello su cui ha deciso insiste il Governo italiano che, attraverso la voce del ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso, ha denunciato la necessità di rimettere mano agli accordi in sede europea.
La presa di posizione dell’esecutivo non è comunque un fatto nuovo. Già in passato i ministri coinvolti sul tema – tra cui anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini – avevano espresso perplessità sul phase out.
Urso: anticipare la revisione sullo stop ai motori endotermici
Ma in queste ore il dibattito ha ripreso vigore. Nei giorni scorsi, infatti, in occasione del forum di Cernobbio, il ministro Adolfo Urso ha ribadito la necessità di ridiscutere gli accordi in sede europea.
Come sappiamo, le istituzioni Ue hanno fissato lo stop delle vendite delle vetture nuove con motore a scoppio dal 1° gennaio 2035 con il voto definitivo di Strasburgo risalente a inizio 2023. È però presente una clausola di revisione che prevede, entro la fine del 2026, la possibilità di riaffrontare l’argomento rimaneggiando eventualmente la normativa.
Ed è su questa clausola di revisione che il Governo ha deciso di puntare. Il titolare del ministero delle Imprese e del Made in Italy ha espresso la necessità di anticipare la discussione al 2025 per capire se, rispetto agli obiettivi fissati di neutralità carbonica dall’Europa entro il 2050, il percorso possa cambiare.
“Ho intenzione di parlarne nel meeting che la presidenza di turno ungherese ha organizzato per il 25 settembre a Bruxelles sul settore – ha detto Urso – e il giorno successivo la presenterò al consiglio sulla competitività che si terrà sempre a Bruxelles”.
La ratio di questa decisione è presto detta: tempi così stretti e politiche così incalzanti potrebbero, secondo l’esecutivo e secondo alcune associazioni di rappresentanza del settore, determinare un collasso dell’industria dell’auto incapace di sostenere il rischio imposto senza adeguate risorse e investimenti pubblici.
“Se lasciamo l’incertezza fino al 2026 si rischia un’ondata di scioperi e proteste nelle capitali europee come hanno fatto gli agricoltori – ha dichiarato Urso che ha trovato, sempre a Cernobbio, il pieno appoggio dei ministro dei Trasporti Matteo Salvini, soddisfatto anche dei dubbi sul 2035 espressi recentemente dalla Germania.
Le reazioni
Sul tema è intervenuto anche il presidente di Confindustria Emanuele Orsini: “Lo stop al motore endotermico al 2035 è un problema, rischiamo 70mila persone. Si deve cambiare la normativa velocissimamente entro novembre per salvaguardare la neutralità tecnologica e il know how dei Paesi”.
Molte reazioni positive delle associazioni del settore, tra cui quella di Assogasliquidi: “L’industria italiana del Gpl e Gnl condivide pienamente la preoccupazione per il futuro dell’industria automotive espressa dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso – ha scritto in una nota il presidente Matteo Cimenti – Abbiamo sempre considerato sbagliato, da parte dell’Ue, puntare su di un unico vettore per il futuro e imporre per legge il divieto di produzione delle auto a motore endotermico”.
“L’annuncio del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per anticipare al 2025 la revisione dei tempi dello stop alla produzione dei motori endotermici appare tempestiva e opportuna alla luce delle notizie che quotidianamente arrivano, da ultimo la possibile chiusura di due impianti della Volkswagen in Germania e l’addio di Volvo al solo elettrico entro il 2030, relativamente alle misure che i produttori di auto di tutto il mondo stanno adottando per rispondere al mancato decollo – nostro malgrado ampiamente prevedibile – delle vendite di autoveicoli a trazione elettrica” – ha dichiarato presidente di Federauto Massimo Artusi.