Abruzzo, Marsilio: il passaggio all’elettrico entro il 2035 rischia di travolgere la filiera automobilistica
Con la normativa europea sul clima, nel quadro del Green Deal europeo, l‘Ue si è posta l’obiettivo vincolante di conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Ciò richiederà, nei prossimi decenni, una considerevole riduzione degli attuali livelli di emissioni di gas a effetto serra. Come passo intermedio verso la neutralità climatica, l’UE ha innalzato la sua ambizione in materia di clima per il 2030, impegnandosi a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030.
Tale strategia include lo stop dei motori diesel e benzina entro il 2035. Lo scorso 8 giugno, infatti, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato a Strasburgo la proposta della Commissione europea di rendere obbligatoria entro il 2035 l’immissione sul mercato Ue di auto e furgoni nuovi a zero emissioni, che decreta sostanzialmente la fine dei veicoli a combustione interna.
Marsilio: si rischia di passare dalla dipendenza dalla Russia a quella dalla Cina
“Come gruppo dei Conservatori e riformisti europei, crediamo che la proposta della Commissione europea di eliminare i motori a combustione per le nuove autovetture e il conseguente passaggio all’elettrico entro il 2035 rischi di travolgere la filiera automobilistica e con essa la crescita economica delle singole regioni – ha commentato il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, intervenendo al dibattito sulla proposta di Alleanza delle Regioni a difesa del settore Automotive nel corso della sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni tornata a riunirsi a Bruxelles.
“Se la perentorietà di questo termine venisse confermata, esporrebbe l’intero settore al rischio di perdere migliaia di posti di lavoro. Per questo ci auguriamo che il Consiglio possa modificare in maniera significativa la proposta della Commissione”, ha aggiunto.
Secondo Marsilio “non possiamo passare dalla dipendenza dal gas e del petrolio russo, dalla quale ci stiamo faticosamente liberando, per affidarci al capriccio di paesi ostili, o comunque inaffidabili, come la Cina che monopolizzano il mercato delle batterie elettriche, dai quali già dipendiamo per microchip e semiconduttori che sono oggi principale motivo di blocco delle attività produttive”.