Aci: diminuiscono gli incidenti stradali, soprattutto in autostrada
La maggior parte dei sinistri stradali avviene in città: 73 incidenti su 100, infatti, hanno luogo nei centri abitati, 22 su strade extraurbane e 5 in autostrada. È questo uno dei dati che emerge da “Localizzazione degli incidenti stradali 2020”, lo studio ACI sull’incidentalità nei circa 55mila chilometri di strade della rete viaria principale del Paese dove, l’anno scorso, si sono registrati 24.205 incidenti (830 mortali), con 911 decessi (il 38% del totale) e 36.518 feriti.
ACI: la pandemia ha ridotto il numero di sinistri
Lo studio mette in luce anche una prevedibilissima riduzione degli incidenti nel 2020 a causa della pandemia che ha costretto ad una notevole riduzione della mobilità. Nel dettaglio, in autostrada i sinistri sono diminuiti del 39,9% e le vittime del 37,1%, nelle strade extraurbane le rispettive riduzioni sono state del 27,5% incidenti e del 25,7%, mentre nei centri abitati si sono registrati -31,7% incidenti e-20,3% vittime.
La pandemia ha notevolmente influenzato anche la distribuzione temporale dell’incidentalità: le diminuzioni più accentuate nel numero di incidenti si sono, infatti, verificate nei mesi di marzo (-73%) e aprile (-86%), in corrispondenza con le chiusure totali. Diminuzioni più contenute – tra 8 e 15% – a luglio, agosto e settembre. L’indice di mortalità più elevato nel mese di marzo (5,4 decessi ogni 100 incidenti); luglio il mese in cui si sono verificati più morti (113).
ACI: quali sono le strade più pericolose?
Le autostrade urbane si confermano quelle con la maggiore densità di incidenti, a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi. Tra le strade sulle quali si verificano più incidenti, troviamo, infatti, le Tangenziali di Milano, la Tangenziale Nord di Torino, la Diramazione di Catania A 18 dir, il Raccordo di Reggio Calabria, il Grande Raccordo Anulare e la Penetrazione Urbana della A24 a Roma.
Per le strade extraurbane, frequenza elevata di incidenti per la Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nel tratto in provincia di Monza Brianza, la SS 207 Nettunense in provincia di Latina, la SP 227 di Portofino in provincia di Genova e l’Asse interurbano di Bergamo.
Gli utenti vulnerabili della strada
Nel 2020 sulle strade extraurbane, la quota di decessi è aumentata: due ruote a motore (239), pedoni (82) e ciclisti (39) rappresentano, complessivamente, il 40% delle vittime.
I motociclisti sono coinvolti nel 20,8% degli incidenti stradali.
Particolarmente elevato, l’indice di mortalità delle due ruote a motore: 5,2 morti ogni 100 mezzi coinvolti rispetto all’1,4 delle auto.
Al vertice delle tratte con più incidenti per le due ruote a motore, la SS 001 Aurelia nelle province di Savona, Massa e Lucca, la SS 016 Adriatica in provincia di Rimini, la SS 018 Tirrena-Inferiore in provincia di Salerno, la SS 270 dell’Ischia Verde e la SS 145 Sorrentina in provincia di Napoli, la SS 006 Casilina, la SS 002 Cassia e la SS 008 bis Ostiense in provincia di Roma, la Tangenziale Est-Ovest di Napoli, la SS 035 dei Giovi in provincia di Milano.
Aumenta il ‘peso’ dei ciclisti, coinvolti nel 4,7% degli incidenti sulla rete viaria principale (era il 3,9 lo scorso anno). Le strade più interessate da incidenti con ciclisti: Aurelia (SV), Emilia (FC), Padana Superiore (PD), Abetone e del Brennero e Gardesana (VR), Codognese (PV), Dei Giovi (MI), Sarzanese Valdera (LU).
Il 3,4% degli incidenti sulla rete viaria principale è un investimento di pedone.
Tra le strade dove si è registrato un numero elevato di investimenti: Aurelia nei centri abitati di Vado Ligure e Ceriale in provincia di Savona, la Tosco Romagnola nel centro abitato di Pontassieve (FI), la statale Dello Stelvio presso il centro abitato di Tirano (SO), la statale Amalfitana nei pressi di Minori.