Auto elettrica: gli italiani sono pronti?
“L’Osservatorio 2021 ci racconta una società propensa e incuriosita dalla svolta elettrica ma che non sembra ancora pronta ad affidarsi completamente a questa nuova frontiera. Emerge un problema reale di preparazione del consumatore dovuto alla poca chiarezza comunicativa che non abbatte i pregiudizi del pubblico. I dati emersi ci raccontano come i più favorevoli alla transizione siano i giovani, mentre le generazioni più adulte, che però hanno il maggiore potere d’acquisto, siano le più ostili al cambiamento”.
Così Alessandro De Martino, amministratore delegato di Continental Italia, commenta i risultati del 3° Osservatorio Mobilità e Sicurezza di Continental Italia, incentrato quest’anno sulle auto elettriche.
Dal 2035 l’Europa metterà al bando i motori diesel e benzina per far posto a quelle ad alimentazioni alternative. L’obiettivo primario dichiarato dell’Unione europea di ridurre le emissioni di CO2 almeno del 55% è ormai alle porte e la strada dell’elettrico sembra già tracciata. Ma gli italiani sono pronti a questo cambiamento? Sono informati e si interessano alla nuova mobilità? Quali sono le sfide più grandi che i protagonisti dell’ecosistema elettrico devono affrontare? Le case automobilistiche come si stanno muovendo? Esiste un gap tra la domanda e l’offerta?
Per rispondere a domande come queste, Continental Italia ha invitato l’istituto di ricerca Euromedia Research a indagare il vissuto, le percezioni, le aspettative dei consumatori nei confronti delle BEV (Battery Electric Vehicle); Kearney, società di consulenza strategica operativa presente in oltre 40 Paesi in tutto il mondo, ha analizzato le caratteristiche del mercato italiano e le forze principali che concorreranno allo sviluppo dell’e-mobility nei prossimi anni, riportate come “focus industry”.
“Occorre educare. Quando si parla di auto elettrica – spiega De Martino – è indispensabile vivere l’esperienza al volante. Ad oggi solo un italiano su otto ha provato a guidare una BEV. In questo processo di transizione se le case automobilistiche, i noleggiatori, le reti concessionarie e i fornitori di energia elettrica lavoreranno in sinergia per fornire ad esempio canoni anziché listini, comprensivi di wall box a condizioni interessanti e comprensivi di auto tradizionali per i viaggi lunghi o per il weekend, si potrebbero fare dei grandi passi in avanti verso gli obiettivi prefissati dall’Europa”.
Due italiani su tre interessati all’acquisto di un’auto elettrica
Sebbene nel percepito degli italiani i tempi verso la nuova mobilità non saranno brevi, i consumatori sembrano realmente propensi a far parte del cambiamento. Due italiani su tre, ovvero il 66,1% degli intervistati, si dichiarano potenzialmente interessati all’acquisto di un’auto elettrica (il 55,5%) oppure affermano di essersi informati o addirittura di possederne già una (il 10,6%). Molto dipenderà quindi da come si muoveranno i protagonisti dell’ecosistema della mobilità che hanno davanti a sé la grande opportunità di modificare l’approccio delle persone avvicinandole all’elettrico.
In Italia l’auto elettrica è diffusa per il 68% al Nord, nelle grandi città e viene preferita da residenti con box e utilizzata dalla generazione Y (27-41 anni) con reddito elevato.
Non risultano invece interessati all’elettrico i Baby Boomer (57-75 anni) che vivono in comuni di Provincia, in particolare nel Nord Ovest, senza un garage e percorrono meno di 10 chilometri al giorno. Non hanno mai provato a guidare un’auto elettrica e non sarebbero interessati all’acquisto nemmeno in presenza di incentivi. Ritengono che fra 10 anni il parco circolante sarà ancora a motore endotermico.
Quanto ne sanno gli italiani di mobilità elettrica?
Il 76,8% degli italiani si dichiara interessato a partecipare al processo di transizione, ma al momento non è intenzionato ad aprire il portafoglio per comprare un’auto elettrica.
La propensione all’acquisto dei consumatori risulta dunque essere bloccata da ragioni economiche, infrastrutturali e di prodotto che, al momento, sembrano essere barriere difficili da superare.
Oltre ad essere interessati, gli italiani sono anche informati: tre consumatori su quattro (74,7% degli intervistati) identificano correttamente le proposte BEV e ibride presenti sul mercato; tuttavia, quando si parla di un veicolo ibrido plug-in, la percentuale degli informati scende al 47%. I più preparati restano coloro che hanno provato a guidare l’auto elettrica e sono disposti ad acquistarne una.
I punti deboli dell’elettrico
- I costi
Il fattore economico risulta essere il primo punto debole delle BEV: il 62,8% dei consumatori afferma di non avere un budget adeguato ad acquistarne una.
Tre italiani su quattro tra coloro che si dichiarano non propensi a comprare un’auto elettrica non acquisterebbero una BEV neanche con gli incentivi erogati che dunque non sembrano essere sufficienti a spingere i consumatori verso scelte green. La leva delle agevolazioni sembra convincere, infatti, solo il 30% degli intervistati, nello specifico la generazione Z e coloro che vivono in una città di provincia. - Autonomia delle batterie e infrastrutture di ricarica
Secondo punto di debolezza percepita dell’elettrico il problema dell’autonomia limitata delle batterie (dichiarata dal 38,7% del campione), seguito dalla scarsa diffusione delle colonnine di ricarica (dichiarata dal 37,4% degli intervistati) due temi importanti e strettamente connessi.
Secondo gli italiani le Istituzioni devono partecipare più attivamente al cambiamento destinando fondi e utilizzando al meglio il denaro che arriverà dal PNRR per la realizzazione di infrastrutture adatte all’elettrico. Infatti il 37,4% degli intervistati punta il dito contro la scarsa diffusione delle colonnine nelle aree della propria città e lungo le autostrade.
I punti di forza dell’elettrico
Quello ambientale rimane il principale punto di forza dell’elettrico, riconosciuto dal 43,8% degli italiani, per contro il 28% degli intervistati si dice preoccupato d’inquinamento provocato dallo smaltimento delle batterie esauste.
In seconda posizione troviamo il comfort e la silenziosità (27,3%) mentre sul gradino più basso del podio la libertà di spostamento nelle città e l’accessibilità alle aree a traffico limitato (25,4%). Non vengono prese in considerazione le prestazioni del motore elettrico.
Il futuro delle BEV: per oltre la metà degli italiani il Paese è pronto al cambiamento
Oltre 1 italiano su 2 (il 53,9%) ritiene che per avere tutti i veicoli di nuova immatricolazione elettrici bisognerà attendere oltre 10 anni, più fiducioso il 17,3% del campione che abbassa il periodo d’attesa da 6 a 10 anni, mentre non mancano i pessimisti (il 16,3%) certi che il cambiamento non accadrà mai.
Il 16,5% dei consumatori pensa che tra 10 anni il parco macchine delle città sarà ancora popolato da automobili con motore endotermico; il 37,1% dei cittadini punta su ibrido e plug-in. Infine, sono ottimisti e propensi alla completa transizione solo il 16,4% degli intervistati, sicuri che le auto elettriche conquisteranno le città.
Il futuro della mobilità passa dall’Europa, ma secondo gli italiani il Paese è pronto ad affrontare questo cambiamento? Il 54,9% degli intervistati è ottimista. Da segnalare in questo campione come il 12,5% riponga fiducia nella spinta economica del PNRR. A supporto degli ottimisti, ma con qualche pensiero negativo, c’è il 42,4% dei cittadini che dice che saranno pronte solo le principali città. Sul fronte opposto, il 31% sostiene che il nostro Paese non sarà pronto (tra questi i Baby Boomer, residenti nel Nord Est e nelle città metropolitane, che non sono interessati a comprare un’auto elettrica).