Sicurezza stradale: Rapporto Aci-Istat 2013, morti in calo del 9,8%
Sono 368 le vite umane risparmiate sulle strade italiane nel 2013. Si tratta di quasi il 10% in meno rispetto al 2012, con risultati rilevanti per alcune categorie come i ciclisti (-14,0%) e i motociclisti (-14,5%).Questi sono alcuni dei dati contenuti nell’ultimo Rapporto ACI-ISTAT “Incidenti stradali in Italia nel 2013”, presentato oggi a Roma nella sede Aci. Nel 2013 sulle nostre strade si sono registrati 181.227 sinistri con lesioni a persone (-3,7% rispetto al 2012), che hanno causato 3.385 morti (-9,8%) e 257.421 feriti (-3,5%). In media, ogni giorno 9 persone muoiono in incidente stradale e 705 restano ferite. E’ necessario specificare però che sul dato complessivo pesa il tragico incidente avvenuto nel luglio 2013 sull’A16 che ha coinvolto un bus turistico e nel quale sono morte 40 persone.
Nel 2013, le statistiche circa l’incidentalità sulla rete viaria principale, mostrano che le autovetture rappresentano il 73% dei veicoli coinvolti; mentre i veicoli merci il 12%, con il 7% della mortalità (vittime a bordo veicolo). Ciclomotori, autovetture e veicoli merci segnalano una maggiore riduzione di mortalità a bordo rispetto alle altre modalità. Per quanto riguarda i veicoli merci, la riduzione in percentuale della mortalità nel 2013 rispetto al 2012, è di circa il 17%.
Sette incidenti su 10 avvengono sulle strade urbane, ma è in città che si apprezza maggiormente il calo dell’incidentalità: in un anno i sinistri diminuiscono del 4,4%, i morti dell’11,3% e i feriti del 4,2%. Sulle extraurbane, che comunque fanno registrare un miglioramento soprattutto della mortalità (-9,8%), la maggior parte degli incidenti si concentra sempre sugli stessi tratti, come evidenzia lo studio “Localizzazione degli incidenti stradali 2013” realizzato dall’ACI.
Il Raccordo Autostradale di Reggio Calabria, nel tratto vicino al capoluogo, è la strada dove si verificano più sinistri (14,8 incidenti/km a fronte di una media italiana per la rete extraurbana di 0,68 incidenti/km), seguito dal segmento urbano della A24 Roma-L’Aquila vicino Portonaccio (14,6 incidenti/km) e dalla A51 Tangenziale Est di Milano all’altezza di Cologno Monzese e Brugherio (14 incidenti/km). Solo su questi tratti il numero di sinistri è 20 volte superiore al resto della rete extraurbana. I Comuni che presentano il più alto indice di mortalità sono Napoli (1,69 morti ogni 100 incidenti), Catania (1,57), Trieste (1,43) e Torino (1,31), rispetto alla media nei grandi Comuni di 0,71 decessi.
Se a bordo delle automobili si muore di meno (-12,2% decessi rispetto al 2012), per le due ruote i miglioramenti sono più netti: -14,5% per i motocicli e -14% per le biciclette. Tra i conducenti le fasce di età più a rischio sono quelle dei giovani, in particolare tra 20 e 24 anni (219 vittime), e quella degli adulti tra 40 e 44 anni (215 vittime). Tra i pedoni diminuiscono le vittime del 4,7%, ma aumentano i feriti dell’1,6%; le fasce che fanno registrare maggiori incrementi di decessi per investimento sono tra gli 80-84enni e tra i 90-94enni, ma vittime in aumento anche tra giovani (15-29 anni) e bambini (0-4 anni).
In ambito extraurbano la distrazione si conferma la prima causa di incidente (20,4%), seguita dalla velocità troppo elevata (17,5%) e dal mancato rispetto delle distanze di sicurezza (13,1%). In città, invece, è l’inosservanza di semafori e regole di precedenza a causare il maggior numero di sinistri (19,1%), seguita dalla distrazione (15,6%) e dalla velocità elevata (9,5%).
“La sicurezza stradale migliora grazie a una maggiore consapevolezza dei conducenti – dichiara il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani – e lo dimostrano i dati sulle quattro ruote ma soprattutto quelli relativi a moto e bici. La formazione e la sensibilizzazione funzionano, quindi vanno intensificati gli sforzi per l’educazione di tutti gli utenti della strada. Le novità del Codice annunciate dal Parlamento, alle quali ACI ha contribuito fattivamente, potranno accelerare i miglioramenti permettendo al nostro Paese il raggiungimento degli obiettivi imposti dall’Unione Europa. L’Automobile Club d’Italia insiste con la campagna internazionale MY WORLD dando voce su www.aci.it agli automobilisti che sollecitano l’ONU e gli Stati mondiali ad adottare provvedimenti concreti per trasporti e strade migliori”.
Con 56,2 morti per incidente ogni milione di abitanti l’Italia supera la media europea (51,4). La UE ha imposto la riduzione del 50% delle vittime entro il 2020 rispetto ai valori 2010 e verso questo obiettivo il nostro Paese si posiziona nella media dei 28 Stati membri (-17,7% nel triennio 2013/2010).