Urso al Consiglio Competitività: un appello per l’automotive
Per il ministro, se non si interviene si rischia il collasso del settore
Allineare con urgenza la politica industriale europea a quella ambientale. È questa, in sintesi, l’istanza che il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha portato al Consiglio Competitività, svoltosi oggi a Bruxelles.
Il titolare del dicastero ha lanciato un chiaro allarme sul futuro dell’industria automobilistica, richiamando un intervento deciso da parte delle istituzioni.
“Il rischio concreto che corre il settore è la scomparsa di interi segmenti industriali e la distruzione di posti di lavoro. Se non interveniamo subito, tra qualche mese troveremo qui fuori gli operai dell’industria europea, come abbiamo trovato qualche mese fa gli agricoltori europei” – ha dichiarato Urso.
Osservati i dati di mercato poco incoraggianti e le preoccupazioni espresse dall’industria di settore, l’Italia ha quindi proposto ufficialmente di anticipare la redazione dei due rapporti di valutazione previsti dalla Commissione europea, attualmente fissati per il 2026.
“Chiediamo che la clausola di revisione venga attivata prima del previsto” ha chiarito il ministro delle Imprese, suggerendo che ci sono già elementi sufficienti per procedere con una revisione anticipata, nel 2025.
Il dibattito con la Germania
Ma la sponda della Germania, in questo caso, non è arrivata. Sebbene nell’incontro interlocutorio di ieri tra il ministro Urso e il ministro dell’Economia della Protezione Climatica tedesco Berlino si sia mostrata vicina all’inserimento dei biofuels tra i carburanti accettati anche dopo il 2035, in sede di Consiglio Competitività la Germania ha preso le distanze. Sven Giegold, il segretario di Stato tedesco agli Affari economici ha ribadito la sua posizione fermamente favorevole al mantenimento degli obiettivi climatici, pur riconoscendo le difficoltà dell’industria europea nel competere con i veicoli elettrici provenienti dall’estero. “La Germania non vuole indebolire le regole climatiche. Gli obiettivi climatici sono fondamentali”, ha dichiarato, sottolineando che non è in discussione l’abbandono del motore endotermico entro il 2035.