Veicoli industriali: a rischio quelli pre-1993
“Procedere in tempi rapidi ad uno svecchiamento del parco circolante italiano, uno dei più vecchi in Europa”. Lo chiedono Aci (Automobile club d’Italia) e Anfia (Associazione nazionale fra industrie automobilistiche), che all’autodromo di Vallelunga hanno svolto la conferenza stampa congiunta ‘‘Veicoli industriali pesanti: anzianità del parco e sicurezza stradale’’.
“Considerata l’elevata anzianità del parco veicoli industriali e rimorchi, e i suoi effetti negativi sulla sicurezza, e anche sull’ambiente”, ha dichiarato Eugenio Razelli, presidente di Anfia, “è opportuno predisporre strumenti che favoriscano la dismissione dei veicoli più vecchi. Senza contare che tali misure sono quanto mai auspicabili per contrastare la drammatica caduta delle immatricolazioni – innescata dalla crisi economica mondiale – che questi comparti, esclusi dai benefici degli incentivi, stanno vivendo”.
Secondo Razelli, risulta dunque prioritario “includere il settore trasporti tra i beneficiari del provvedimento sulla detassazione degli utili reinvestiti, la LeggeTremonti Ter, secondo l’impegno già preso dal Governo; per i veicoli industriali è importante anche l’inclusione nel decreto attuativo che prevederà a breve l’ammortamento accelerato sui beni strumentali di impresa tecnologicamente avanzati e a risparmio energetico; per i rimorchi e semirimorchi occorre studiare opportuni meccanismi normativi volti a favorire la fuoriuscita naturale dal parco circolante dei veicoli con oltre 15 anni, privi di Abs’’.
Durante la conferenza stampa si è svolta una sessione di test dinamici in pista che hanno coinvolto combinazioni autoarticolato di ultima generazione e combinazioni più anziane. Le successive prove dinamiche hanno messo a confronto combinazioni di veicoli dotati di impianto antibloccaggio ABS e antiribaltamento Esc (controllo elettronico della stabilità), con combinazioni che ne sono prive. Test che hanno messo in evidenza il miglior comportamento in situazioni di emergenza (frenata su rettilineo con fondo stradale asciutto e bagnato; prova di stabilità) di un complesso trattore-semirimorchio rispondente alle più recenti prescrizioni di sicurezza.
“Il 93% degli incidenti sono imputabili al comportamento scorretto del conducente”, afferma il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, “e quindi non si può sconfiggere la piaga dell’incidentalità stradale senza una più moderna e intensa attività educativa. Servono modelli di formazione continua di tutti i conducenti, che prevedano corsi periodici di guida sicura ed ecocompatibile presso strutture qualificate come quella di Vallelunga. L’Italia ha inoltre bisogno di un parco veicolare, inclusi i mezzi pesanti, più moderno e dotato dei principali sistemi di sicurezza, a cominciare dal dispositivo per il controllo della stabilità non ancora installato su tutti i veicoli merci circolanti in Italia”.
Piena disponibilità ad affrontare il problema da Maurizio Vitelli, direttore generale per la Motorizzazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che si è congratulato con gli organizzatori dell’iniziativa. E ha dichiarato: “ribadisco la disponibilità del Ministero a prendere in considerazione e ad approfondire le problematiche affrontate nei termini in cui sono state poste da Anfia, riservando la giusta attenzione anche a quelle che riguardano più specificamente il trasporto di merci pericolose”.