Alphabet scommette su car sharing e mobilità elettrica
Parlare di mobilità aziendale e di gestione delle flotte porta l’attenzione su Alphabet, una realtà in espansione, che studia e disegna soluzioni innovative e flessibili personalizzate. Alphabet, che ha il suo quartier generale a Monaco di Baviera, è fra i primi 4 player del mercato europeo, con una flotta di oltre 500.000 veicoli ed una presenza in ben 19 paesi. Siamo andati nella sede direzionale a conoscere più da vicino la società.
A Roma, a due passi dagli studi cinematografici Fellini di Cinecittà, la redazione di Trasporti-Italia ha incontrato il suo Presidente e Ad, Andrea Cardinali, un manager con l’obiettivo di accrescere il brand di Alphabet e la consapevolezza di poter, grazie al know – how accumulato in decenni di esperienza sul campo, affermare la propria leadership sul mercato. Una vera mission impossibile, tanto per restare in tema cinematografico vista l’ambientazione logistica, che lo stesso Cardinali ci illustra con l’ambizione di voler affermare la nuova frontiera di e-mobility.
“La nostra ambizione è quella di diventare leader nella fornitura di servizi di eccellenza per la mobilità aziendale. E’ evidente che il nostro target di riferimento non sono i consumer, bensì le aziende e questo definisce in maniera incisiva il nostro raggio di azione sul mercato. La seconda parola chiave fondamentale si riferisce ai servizi di eccellenza. Vogliamo distinguerci non soltanto per qualità, ma soprattutto per creatività e capacità di innovazione ed in questo pensiamo di connotare la nostra leadership. Non è quindi un’ambizione solo di tipo volumetrico. In questi ultimi 2 anni ci siamo dedicati all’integrazione, rallentando scientemente il profilo di crescita: abbiamo focalizzato la nostra attenzione e le nostre energie aziendali, nell’integrazione tra Alphabet e la nuova Ing Car Lease e dopo aver celebrato a luglio il completamento dell’operazione, siamo ripartiti con un’ottica decisamente più orientata alla crescita. Però ripeto, l’aspetto puramente dimensionale ci interessa sino ad un certo punto: noi per leadership intendiamo essere riconosciuti dal mercato, ovvero dai client, dai partners e dai concorrenti, come innovatori, apripista che tracciano nuovi sentieri. Siamo nella top five, grazie all’acquisizione effettuata in luglio, abbiamo un visibilità che non avevamo prima, sia sul mercato del noleggio, sia sulla fornitura di veicoli e parti di ricambio e tutto ciò che attiene alla catena degli autoveicoli, dove ovviamente essere player di certe dimensioni, ti garantisce un determinato posizionamento, un valore nel potere negoziale, e una capacità nel risultare competitivi”.
Si intuisce chiaramente che vi interessa in particolar modo, in questo momento storico, la sfida della mobilità urbana in termini di veicoli elettrici. Cosa state strategicamente progettando in questa direzione?
“Sul tema della mobilità elettrica siamo convinti che i tempi siano maturi, al di là che i numeri nudi e crudi, possano far credere il contrario. Se ci si ferma all’evidenza dei numeri si ricava la considerazione che non c’è la massa critica, non ci sono realmente gli investimenti in gioco. Oggi abbiamo un immatricolato del primo semestre, di 513 vetture elettriche totale Italia e un numero di colonnine pari a 483, ovvero 1 colonnina immatricolata nel corso dell’anno per macchina. E’ evidente che il circolante influenza l’offerta di infrastruttura e l’offerta di infrastruttura influenza il circolante, nella misura in cui si innescano quei circoli virtuosi, dei programmi che prevedono obiettivi con cinque zeri, ovvero 125.000 colonnine di ricarica sino al 2020, e per l’ anno prossimo parecchie centinaia di installazioni già preventivate. Chiaro che tutto questo è da rapportare essenzialmente alla mobilità urbana, quindi attenzione a fare il confronto con le infrastrutture dei carburanti, perché in Italia abbiamo un numero abnorme di stazioni di servizio rispetto a tutta l’Europa. Se lo raffrontiamo sia alla popolazione, sia al circolante e sia al numero di chilometri della struttura viaria, abbiamo una sproporzione che denota una grande pigrizia. Ci sono 22.900 stazioni di servizio, praticamente il doppio della Germania che significa una pompa di benzina ogni 20 km invece che ogni 80 km; detto questo è evidente che quando parliamo di elettrico ci si concentra su scala urbana e questi numeri vanno visti in ottica urbana e non di infrastruttura autostradale, anche se qualcosa si muove sul fronte autostradale, con una partnership tra Eni e Enel volta a dotare le stazioni di servizio di punti di ricarica. E’ evidente però che l’equazione più automatica è tra mobilità elettrica e mobilità urbana”.
Le nostre città sono pronte ad accogliere questo discorso innovativo per mentalità, cultura, abitudini?
Io ritengo che gli italiani siano degli ottimi intercettatori di novità quando ovviamente, la novità ha le gambe per camminare e allora, non sono secondi a nessuno in quanto ad adozione, magari anche solo per moda. Nel momento in cui ci sono i termini, ovvero quando c’è il prodotto, gli italiani hanno dimostrato sulla innovazione tecnologica di adottarla molto più velocemente che altri paesi. Oggi con una vettura elettrica si può entrare in zona ZTL, girare gratuitamente e queste sono le cose di cui ha bisogno un cittadino urbano, per poter sposare la mobilità elettrica. Sono convinto che sia solo questione di tempo ma la cosa decollerà ed in questo debbo dire che il ruolo di Alphabet è fondamentale sul lato della mobilità aziendale e quello della mobilità individuale, penso al car sharing. Noi non abbiamo un interesse diretto in questo momento, non stiamo lanciando un car sharing aperto al consumatore ma abbiamo in pista e parliamo della primavera prossima, un progetto di car sharing aziendale estremamente innovativo dal punto di vista tecnologico. Dico questo perché sarà un sistema basato su una piattaforma evoluta di riconoscimento automatico senza chiave, ovvero con una tessera RFD, si avrà una semplificazione massima delle vetture che vengono date in pool e cambiano utilizzatore velocemente, risolvendo i problemi che tradizionalmente hanno afflitto la gestione delle vetture in pool. E qui si innesca il discorso dell’elettrico che insieme al car sharing possono offrire delle potenzialità enormi
Quali sono dunque i prossimi obiettivi che Alphabet si programmata di raggiungere?
Sicuramente trasformare la scommessa dell’elettrico in una realtà di successo. L’abbiamo lanciata, ci crediamo e aspettiamo di vedere il riscontro del mercato, quindi a far data un anno da oggi, voglio poter dire che il mercato ci ha seguito e che abbiamo penetrato il maggior numero possibile di clienti. La scommessa successiva,sarà sicuramente, come anticipato, quella del car sharing aziendale, si parla di un lancio in primavera e aspetteremo il 2015 per avere i riscontri attesi e preventivati. Ma sono certo che anche questa scommessa Alphabet sarà in grado di vincerla.