Anav: limitare l’affidamento in house nel TPL
“Nell’attuale contesto economico e di mercato il ricorso all’affidamento in house per la gestione dei servizi di TPL deve essere limitato a casi eccezionali ed adeguatamente motivati, in coerenza con i principi comunitari e nazionali”. Così Nicola Biscotti, presidente di Anav, l’associazione delle imprese di autotrasporto viaggiatori aderente a Confindustria, in attesa della riforma del settore del TPL più volte preannunciata dal Governo e del completamento del processo di definizione dei costi standard avviato a fine del 2013, commenta quella che definisce “una continua violazione delle norme” e “uno sperpero ingiustificabile di risorse pubbliche”.
Il fenomeno dell’affidamento in house dei servizi di TPL, si legge in una nota dell’associazione, è in antitesi con i processi europei di liberalizzazione dei mercati dei servizi pubblici e non è affatto diminuito nel settore del TPL.
Anzi, evidenzia ancora Biscotti, “da ultimo, anche per effetto del fallimento delle riforme generaliste sui servizi pubblici locali degli scorsi anni, sembra avere acquisito nuova linfa, sino ad ipotizzare, i alcuni contesti territoriali, processi di estensione dell’affidamento in house a linee ora gestite da operatori privati o, in violazione dei consolidati principi di controllo analogo ed attività esclusiva in favore dell’ente affidante, fino a sostenere la possibilità di cedere quote proprietarie di capitale dell’operatore interno a soggetti terzi senza l’avvio contestuale di una gara per l’aggiudicazione dei servizi allo stesso affidati”.
“Pochi giorni fa l’Autorità antitrust ha ribadito come occorra eliminare a monte il rischio di conflitti di interesse tra ente affidante e gestore dei servizi di TPL attraverso adeguati percorsi di privatizzazione, la stessa Corte costituzionale ha più volte sottolineato il carattere eccezionale e derogatorio dell’in house providing, la Corte dei Conti ha stigmatizzato l’abuso da parte degli Enti locali dell’affidamento in house come strumento di elusione dei vincoli di spesa, infine, il Governo, da ultimo con il disegno di legge delega di riforma della P.A., ha ripetutamente tentato, senza esiti pratici significativi, di limitare l’affidamento in house ai soli casi di reale fallimento del mercato”.
“A nostro parere – conclude Biscotti – occorre innanzitutto assicurare il rispetto delle regole già esistenti, mettendo tempestivamente a gara i servizi in tutti i casi in cui la cessione di quote proprietarie abbia fatto venir meno il requisito del controllo analogo, pretendendo dagli enti affidanti la prova che la scelta di procedere o di mantenere l’affidamento in house dei servizi di TPL sia quella più efficiente ed economica, verificando che i corrispettivi di servizio pattuiti con l’operatore interno vengano determinati secondo le regole europee e, in prospettiva, secondo la metodologia del costo standard, assicurando che, laddove l’affidamento in house risulti in concreto legittimo ed economicamente giustificato, gli enti affidanti procedano all’affidamento contestuale tramite gara di almeno il 10% dei servizi affidati direttamente. Senza certezza del diritto vigente, infatti, l’emanazione di nuove norme in materia rischia di essere un ennesimo tentativo fallito in partenza”.