Atac, Roma: i Radicali chiedono a Raggi la data per il referendum per la liberalizzazione
“Il caso del referendum Mobilitiamo Roma è molto particolare: per la prima volta è stato rinviato un appuntamento isituzionale senza indicare un’altra data”, così Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma e consigliere Regionale di +Europa, durante il convengno “Liberalizzazione e innovazione nel trasporto pubblico” che si è svolto ieri presso la Camera dei deputati.
“Speriamo almeno che il rinvio serva per fare ciò che non si è fatto prima – continua Capriccioli – perché fino alla notizia del rinvio i romani non sapevano neanche ci fosse il referendum: Roma Capitale aveva il compito di informare i cittadini, invece non l’ha fatto. Da adesso a ottobre vogliamo fare in modo che il referendum diventi un’occasione vera di dibattito per la città, perché sarebbe davvero un peccato se il referendum avvenisse sotto silenzio. I cittadini meritano di assistere a un dibattito pubblico come quello cui abbiamo assistito noi oggi qua dentro”, conclude Capriccioli.
“Una volta che le firme sono validate il referendum diventa un fatto istituzionale, non è più in mano al comitato promotore”, prosegue Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani e deputato di +Europa .
“L’amministrazione ha il dovere, per legge, di informare i cittadini, cosa che fino ad ora non ha fatto. Ci presentano il concordato preventivo come procedura di risanamento e di rilancio, quando in realtà è una procedura fallimentare. Pubblicamente si dice che c’è miglioramento del servizio ma i dati parlano di peggioramento. Tra pochi giorni ci sarà una sentenza, il tribunale ha già detto che il concordato non regge perché non ci sono prospettive di miglioramenteo del servizio né di risanamento. Siamo stanchi di sentire la retorica che sconvolge la realtà e che parla di Atac come bene comune e non del servizio che Atac offre. Secondo loro ci dovremmo preoccupare di continuare a far esistere questa azienda e non di porre fine all’esperienza disastrosa che vivono ogni giorno i cittadini. La situazione – conclude Magi – sarà irrecuperabile finché non si romperà il rapporto tra ammistrazione comunale e la propria azienda”.
Separare la produzione dal servizio è la scelta decisiva anche secondo Walter Tocci, già senatore del Pd, che sottolinea: “Atac produce 84 milioni di km l’anno, secondo il contratto di servizio doveva produrne 101: il malessere dei cittadini è comprensibile. Siamo dentro un incatenamento dove il Comune sceglie tra la propria azienda e gli altri concorrenti: c’è un chiarissimo conflitto d’interessi”.
Durante il convegno il tema del referendum Mobilitiamo Roma è stato sviscerato anche da esperti del settore e professori universitari. Sono intervenuti: Harald Bonura, avvocato di Diritto del Lavoro e Diritto Amministrativo, Angelo Costa, CEO Arriva Italia, Marco Guido Ponti, ordinario Economia Applicata Politecnico di Milano, Andrea Giuricin, CEO TRA Consulting, Adj. Prof. Università Milano Bicocca – Univ. Southern California, Pietro Spirito, docente incaricato di Economia dei Trasporti Università Federico II, Antonio Tamburrino, esperto di mobilità sostenibile e Luisa Torchia, Ordinario di diritto amministrativo a Roma Tre.
“Atac negli ultimi anni è stato qualcosa di molto complicato anche per il contribuente, non solo per il viaggiatore. Stiamo parlando di uno spreco pubblico di due milioni di euro al giorno – ha detto Giuricin -. Il grande salto che dobbiamo fare è mettere a gara il servizio di trasporto pubblico. E’ essenziale andare in questa direzione per dire basta allo spreco”. Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, ha parlato della necessità di un progetto che “guardi alla città metropolitana. Il poroblema non è solo Atac, ci sono 3 linee di traspoeto regionale che sono una vergogna, ad esempio la Roma Lido: perché non può essere messa a gara?”.
Durante il seminario è intervenuto anche Angelo Costa ad di Arriva Italia che ha spiegato come “la liberalizzazione rappresenti solo un primo passo verso un’apertura del mercato doverosa”. “L’incremento del numero di utenti del servizio di TPL ferroviario è inequivocabilmente correlato al livello di liberalizzazione”, ha aggiunto.