Atam: “Se non paghi non parti” contro i ‘portoghesi’
“Se non paghi non parti”. E’ questo lo slogan della campagna ideata dall’Atam, municipalizzata tpl di Reggio Calabria, contro i portoghesi. Per contenere l’evasione tariffaria, dal prossimo 16 ottobre l’Atam avvierà, in via sperimentale, una campagna di sensibilizzazione per gli utenti rivolta al pagamento dei titoli di viaggio. Nei capolinea e nelle fermate i passeggeri saranno accolti a bordo solo ed esclusivamente dalla porta anteriore. L’autista del bus dovrà verificare che tutti i viaggiatori siano provvisti di biglietto e che questo venga regolarmente vidimato. Nel caso in cui uno o più passeggeri fossero sprovvisti di titolo di viaggio, il conducente dovrà invitarli ad acquistarli a bordo (al costo di 1,50 euro) e a obliterarli. In caso contrario, si va a piedi. Secondo le stime dell’azienda, la campagna antievasione permetterebbe di recuperare circa 700 mila euro l’anno di mancati introiti.
Negli ultimi dieci anni Atam ha raddoppiato il fatturato. I servizi sono passati da 3 a 4,5 milioni di chilometri. L’attività si è estesa al trasporto scolastico, alla gestione della sosta e al noleggio di pullman gran turismo. Il parco mezzi è stato rinnovato con 123 bus e il numero dei dipendenti è aumentati da 230 a 350 unità. Sono però cresciuti anche i costi per i contratti di lavoro, per il carburante e per le assicurazioni. Questi aumenti, sostiene l’amministratore unico di Atam Vincenzo Filardo, non sono stati compensati né dai contributi pubblici né dalle tariffe, per cui si rischia di crescere ma anche di incorrere in uno squilibrio finanziario.
Occhio dunque al risanamento, agendo sia sulla leva dell’incremento delle entrate che su quella della riduzione dei costi. Sul primo versante, Atam ha ottenuto dalla Regione Calabria l’allineamento della tariffa urbana da 0,80 centesini a 1 euro. Sul secondo si pensa di affidare la manutenzione degli autobus a un’apposita società pertecipata. Per quanto riguarda il personale citiamo Filardo: «Stiamo verificando con i sindacati la possibilità di attivare una serie di strumenti di accompagnamento verso la pensione, anche mediante l’attivazione della cassa integrazione in deroga per un numero limitato di dipendenti, circa l’8% dell’organico».
Vincenzo Foti