Carenza autisti: verso un quadro europeo per migliori condizioni di lavoro e riconoscimento delle licenze
L’IRU e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) hanno consegnato una dichiarazione congiunta al Commissario europeo per il lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit
Creare un quadro europeo per migliorare le condizioni di lavoro degli autisti di paesi terzi impiegati da aziende con sede nell’Ue.
Questo l’obiettivo della dichiarazione congiunta consegnata al Commissario europeo per il lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, e sottoscritta da IRU e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF).
Lo ha comunicato Anav, associazione nazionale del trasporto viaggiatori.
La crescente sfida della carenza di autisti professionisti, che riguarda anche il mondo del tarsporto merci, sta mettendo a dura prova gli operatori di tutta Europa.
La dichiarazione congiunta sottolinea il ruolo indispensabile del settore come fattore di crescita dell’economia e come leva fondamentale per la creazione di posti di lavoro.
L’impegno principale delle due organizzazioni è quello di rendere la professione degli autisti più attraente.
Carenza autisti: priorità riconoscimento delle licenze
Tra le prime azioni in campo c’è l’inclusione dei giovani e delle donne dell’UE e la necessità di migliorare le condizioni di lavoro degli autisti di paesi terzi, anche attraverso il riconoscimento delle loro qualifiche e licenze, nel pieno rispetto delle normative comunitarie e nazionali.
Per quanto riguarda le condizioni di lavoro e la retribuzione degli autisti, l’IRU e l’ETF hanno creato un gruppo di lavoro congiunto per affrontare questioni di interesse comune, come sostenere un impegno a livello di settore per la conformità legale.
Le due organizzazioni hanno inoltre sottolineato l’importanza di far rispettare il Pacchetto Mobilità 1 dell’UE, soprattutto per quanto riguarda il contrasto degli abusi e nella promozione di controlli mirati per garantire un trattamento equo a tutti i livelli.
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Gli strumenti in campo per rendere più attrattiva la professione
Le parti sociali hanno chiesto dunque alla Commissione europea e agli Stati membri di sviluppare strumenti per il calcolo delle retribuzioni dei conducenti.
Ma anche di impegnarsi per un’applicazione mirata delle norme e per migliorare le strutture di parcheggio e di riposo per i conducenti.
Il ricorso a conducenti provenienti dai paesi terzi è una delle possibili soluzioni individuate dall’associazione per arginare il fenomeno della carenza dei conducenti professionali.
Molti, in Italia, anche i progetti di formazione messi in campo per reclutare nuovi conducenti che prevedono percorsi finanziati dalle aziende per consentire agli aspiranti autisti di ottenere i titoli abilitanti alla professione.