Fase2 mobilità: Comune di Verona al lavoro in vista delle riaperture
Più autobus in alcune fasce orarie, linee potenziate a seconda dell’utenza, e nuove aree con limite di velocità di 30 km orari.
Questi i punti cardine del Piano per la mobilità di emergenza a cui l’amministrazione comunale di Verona sta lavorando in vista non solo della progressiva riapertura di alcune attività produttive, a partire dal 4 maggio, ma anche della ripresa scolastica a settembre, quindi allargando lo sguardo su un orizzonte temporale di medio termine.
Il documento riguarda sia l’organizzazione del trasporto pubblico locale che interventi a favore della mobilità ‘dolce’ o sostenibile, con l’obiettivo di garantire un servizio il più efficiente possibile, nonostante la capienza limitata degli autobus per assicurare il distanziamento sociale. Ma anche favorire una mobilità alternativa all’auto privata, evitando di congestionare le principali arterie di ingresso e uscita dalla città nelle ore di punta. In tale direzione, in alcuni quartieri saranno allargate le zone in cui è già presente il limite di velocità di 30 km/h e ne saranno create di nuove, a vantaggio della sicurezza di chi sceglie di spostarsi a piedi, in bici o con i monopattini.
Sul fronte sicurezza, salvo diverse indicazioni dal Governo, sui mezzi pubblici resta in vigore il rigido protocollo applicato da Atv dall’inizio dell’emergenza, che prevede l’uso obbligatorio dei dispositivi di protezione personale da parte di ogni passeggero e un processo di sanificazione e pulizia giornaliero di tutti gli autobus.
“Decongestionare le ore di punta, è questo il presupposto da cui partiamo – ha spiegato l’assessore alla Mobilità e Trasporti Luca Zanotto –. Dobbiamo abbassare le due curve di maggior traffico, che si si riscontrano al mattino con l’ingresso in città di lavoratori e studenti e alla sera quando tornano a casa. Bisogna cioè spalmare il traffico veicolare in modo tale da ridurre gli impatti sulla mobilità. Se il trasporto pubblico potrà trasportare il 30% dei passeggeri che trasportava prima, è evidente che tutte le linee in ambito urbano andranno riviste soprattutto in termini di frequenza, per garantire il servizio a tutti gli utenti. Con la Regione e Atv stiamo individuando alcune formule da attuare già nella prima fase di ripartenza. Penso alla possibilità di aggiustare i percorsi degli autobus o la loro frequenza, individuando quelle fermate che sono più importanti rispetto alle altre, razionalizzando il sistema nel suo complesso”.
Per pianificare al meglio le azioni a medio-lungo termine in vista della riapertura degli istituti scolastici, “Nei prossimi giorni affronteremo il piano con il provveditore e il rettore, per pianificare al meglio il trasporto pubblico rispetto all’affluenza degli studenti e in particolare quelli delle scuole superiori – ha aggiunto Zanotto –. Lo faremo con i mobility manager aziendali e scolastici per studiare le migliori soluzioni in tal senso, valutando tutte le ipotesi per razionalizzare il servizio”.
L’amministrazione regionale, da parte sua, è al lavoro per ridefinire le modalità di spostamento e la pianificazione del trasporto pubblico all’interno dell’intera regione a partire dal 4 maggio. La maggiore criticità su questo fronte è rappresentata anzitutto dalla mancanza di indicazioni precise su come garantire la sicurezza nei mezzi pubblici, siano essi su gomma, rotaia o di navigazione. La Regione ha chiesto al Governo che sia obbligatorio l’uso dei dispositivi di protezione per ciascun passeggero, e chiarimenti su come devono essere effettuati i controlli. In primo piano poi la questione economica, con la Regione impegnata a ottenere i finanziamenti necessari per aiutare il comparto, anche in previsione delle mancate entrate dei prossimi mesi, e la riorganizzazione complessiva del trasporto pubblico per evitare l’aumento del traffico privato.
“Il calo degli utenti interessa tutto il trasporto pubblico, una situazione che rischia di diventare una grave emergenza economica per le aziende del settore – ha spiegato l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti –. Basti pensare che il 50% della sostenibilità dei piani economico-finanziari si basa sui ricavi da tariffa. Il Governo ha garantito l’erogazione del Fondo nazionale Trasporti, pari a 58 milioni, ma anche, come richiesto dalla Regioni, un fondo ad hoc per il riequilibrio dei piani economico-finanziari delle aziende, compreso il rimborso degli abbonamenti degli studenti. Verranno dati contributi per l’acquisto della bicicletta a pedalata assistita e di monopattini. Gli 800 milioni previsti dal Decreto Cura Italia non sono tuttavia sufficienti, le stime prevedono per il Tpl un mancato incasso che, per il Veneto, va dai 150 ai 200 milioni di euro. Solo per Atv, il mese di marzo ha registrato mancate entrate per circa 2 milioni di euro”.