Federmobilità, manovra: tpl a ruote sgonfie
Trasporto pubblico locale a rischio collasso. La manovra finanziaria varata la scorsa estate ha tagliato circa 1,6 miliardi di finanziamenti a favore di autobus, tram, metropolitane e treni regionali. In cassa, per il 2012 ci sono solo 400 milioni di euro. Fino al 2011, il settore poteva contare su 2 miliardi. Da gennaio del prossimo anno invece, per effetto della legge di stabilità, si dovranno fare i conti con l’80% di fondi in meno.
Nette e ferme le voci di studiosi, amministratori e addetti del settore che oggi si sono levate dalla tavola rotonda di Federmobilità tenutasi a Roma, dove si è discusso del problema e delle sue pesanti ricadute sulla società. “Le Regioni non possono più programmare né offrire i servizi ai cittadini” ha esordito il presidente di Federmobilità Alfredo Peri in apertura del dibattito. Aggiungendo, tra l’altro, che a poco sono serviti gli incontri col Governo, per mancanza dei suoi rappresentanti. “Di certo non si possono alzare le tariffe, né tagliare i servizi. E di tempo ormai non ce n’è più”. Da qui la proposta (piuttosto provocatoria, ma a questo siamo arrivati) di una grande mobilitazione che chiarisca l’effetto dei tagli al tpl. “Se tra qualche settimana non succede nulla – ha annunciato Peri – dovremmo fermare per un giorno i servizi di comune accordo con le aziende, i sindacati, gli utenti e i consumatori. Solo così sarà chiara la drammaticità delle conseguenze del taglio ai finanziamenti”.
Drammaticità del tutto evidente nell’esempio Lombardia, fulcro produttivo del Paese, la regione che da sola movimenta più pendolari di tutta Italia. Quest’anno la Lombardia subirà un taglio di 200 milioni di euro solo per il tpl su ferro: sarebbe obbligata perciò a sopprimere un treno su due, quindi circa un migliaio di corse al giorno, nonché a diradare la frequenza dei convogli da 30 a 60 minuti. Per non parlare di possibili rincari delle tariffe: un treno Varese-Milano, il cui costo è già aumentato da 4,60 a 5,65 euro per 50 chilometri di tragitto, verrebbe raddoppiato. Senza contare che, in generale, l’impatto dei minori fondi al tpl non investono solo gli utenti, categoria principe, ma anche le imprese costrutttrici dei mezzi, costrette a rallentare la produzione e a sacrificare posti di lavoro. “Con tagli di questa proporzione – ha confermato l’assessore alle Infrastrutture e mobilità della Lombardia Raffaele Cattaneo – si avrebbero conseguenza gravissime sul trasporto pubblico, un settore fondamentale per i nostri cittadini e per lo sviluppo del nostro Paese. Ci vuole un intervento tempestivo per rimediare a un possibile danno sconsiderato a un settore cruciale”.
Vincenzo Foti