Isfort, rapporto mobilità: diminuisce l’uso dell’auto per gli spostamenti, aumentano bici e bus
Italiani sempre più a piedi o in bicicletta, meno in auto (spesso come passeggero) e di più sul bus. È la fotografia della mobilità (2017) scattata da Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti ) nel 15° Rapporto sulla Mobilità degli Italiani, in collaborazione con Asstra, Anav e Agens. Dallo studio presentato oggi a Roma nell’Aula dei Gruppi Parlamentari, risulta infatti che l’impennata della mobilità attiva (quella non motorizzata) ha drenato spostamenti soprattutto all’auto, incrinandone il tradizionale ”quasi monopolio” nelle preferenze degli italiani.
Infatti la quota modale delle ‘quattro ruote’ scende nel 2017 al 58,6% dal 65,3% del 2016 (quasi 7 punti in meno), riallineandosi ai valori di inizio millennio. Si tratta in ogni caso ancora di un dato importante riguardando oltre la metà dei connazionali. Intanto, complice la crisi ma anche una maggior consapevolezza, gli spostamentia piedi sono balzati dal 17,1% del totale nel 2016 al 22,5% nel 2017, così come la quota modale della bicicletta ha superato per la prima volta il 5% (5,1%, quasi due punti in più rispetto al 2016).
Il trasporto pubblico nel suo insieme (autobus urbani e di lunga percorrenza, treni, metro, tram, sharing mobility ecc.) ha registrato un leggero incremento passando dal 6,6% del 2016 al 7% del 2007. A questa quota si devono tuttavia aggiungere gli spostamenti intermodali, che nella quasi totalità hanno implicato l’utilizzazione di un mezzo di trasporto pubblico Gli italiani vogliono scommettere sulla mobilità sostenibile, chiedendo più investimenti e più determinazione nella messa in campo di misure che favoriscano il riequilibrio modale e la vivibilità delle città. Secondo i cittadini per favorire le alternative di trasporto all’auto dovrebbe essere incentivato soprattutto il trasporto pubblico (85%), quindi la bicicletta (76%), anche nella versione bike sharing (61%), e più staccati il car sharinge il car pooling.
Inoltre il 57% degli intervistati considera assolutamente prioritario “potenziare e migliorare i servizi di trasporto pubblico” per ridurre l’inquinamento nelle città; solo per il 6% degli intervistati si tratta di una misura poco o per niente utile. Dopo il sostegno al trasporto pubblico, i cittadini valutano come misure più efficaci nella lotta all’inquinamento l’incentivo all’uso delle auto elettrichee, a ruota, le infrastrutture per la ciclabilità (piste ciclabili, stalli di sosta) e l’estensione di zone pedonali e zone a traffico limitato. Resta un quadro ancora preoccupante su motorizzazione e sicurezza. Nonostante gli italiani usino meno l’auto il tasso di motorizzazione cresce a 63,7 auto ogni 100 abitanti contro 62,5 del 2016.
Il parco autovetture circolante in Italia nel 2017 ha avuto un incremento del 1,8% rispetto al 2016. Cioè più italiani hanno l’auto ma, appunto, la usano meno. Un effetto negativo di questa incessante crescita del tasso di motorizzazione, soprattutto negli ultimi anni, è l’aumento della quota di autovetture vecchie: la quota di veicoli con anzianità superiore ai 15 anni era pari al 16,1% nel 2000, è salita al 18,7% dieci anni dopo e nel 2017 è balzata al 30,6%. È vero che si tratta per lo più di secondi mezzi in famiglia ma se persiste la tendenza alla bassa sostituzione dei veicoli più vecchi, i problemi di inquinamento e sicurezza difficilmente potranno essere mitigati.
Di contro però, l’incidenza di motori meno inquinanti raddoppia: gli Euro 5 o superiori passano dal 15,3% del 2013 al 27,4% del 2016 e al 32% del 2017. Sempre in ambito di mobilità privata i dati testimonianoche la battaglia sulla sicurezza stradale si sta decisamente perdendo,nonostante qualche piccolo successo. Nel 2017 il numero complessivo diincidenti stradali, pari a 246.750, è leggermente diminuito rispetto all’anno precedente (-0,97%), ma sono aumentati i morti: 3.378, ovvero95 in più rispetto al 2016.
L’indice di mortalità rimane stabile a 1,9 decessi ogni 100 incidenti, una soglia che di fatto non si è più abbassata dal 2010, dopo la rapida discesa di inizio millennio (2,6 nel 2002). “Nel Paese – sottolinea Carlo Carminucci, direttore della Ricerca Isfort – si stanno affermando nuovi stili di mobilità dei cittadini, più maturi e consapevoli, che aprono scenari di grandi opportunità perla crescita dei mezzi di trasporto più sicuri, decongestionanti e a basso impatto. Occorre tuttavia che i servizi di trasporto offerti siano integrati, flessibili e innovativi, in grado cioè di soddisfare una domanda sempre più esigente e personalizzata. E occorre – conclude – che le politiche pubbliche accompagnino questo processo con misure di mitigazione dell’uso dell’auto, a favore della sicurezza e a sostegno delle soluzioni di mobilità sostenibile”.