La transizione energetica del trasporto pubblico al centro del nuovo convegno Anav
La transizione energetica nel TPL è stata al centro di un recente convegno dell’Anav, l’Associazione del trasporto di passeggeri con autobus di Confindustria.
Dallo studio sul tema condotto dal Politecnico di Milano è emerso che dai bus del TPL provengono solo lo 0,5% delle emissioni.
L’analisi ha evidenziato alcune possibili criticità di una transizione immediata alle alimentazioni alternative nel rinnovo del parco autobus di TPL e la compatibilità energetica, ambientale e economica di una transizione più graduale attraverso il mantenimento di una percentuale decrescente nel tempo di nuovi autobus di TPL ad alimentazione tradizionale e ibrida di ultima generazione.
“Lo studio ha riscontrato che una transizione graduale verso l’elettrico, l’idrogeno e il biometano è compatibile con il surplus di fabbisogno energetico previsto nei piani nazionali, a differenza di una transizione immediata che comporterebbe di rivedere il fabbisogno energetico da fonti rinnovabili previsto per i mezzi di TPL su strada”, ha spiegato il Professor Pierluigi Coppola nel presentare lo studio.
Una giusta gradualità nella transizione energetica
Sostituire tutti i bus con anzianità superiore a 15 anni, ha evidenziato il Presidente Anav Nicola Biscotti, richiederebbe da qui al 2033 tra i 18 e i 22 miliardi di euro in termini di costi complessivi attualizzati, mentre una transizione graduale comporterebbe un minore costo valutato sino a 7 miliardi di euro, “risorse che potrebbero essere utilizzate per il potenziamento e la qualità dell’offerta di servizio. Una giusta gradualità nella transizione energetica sarebbe, peraltro, pressoché neutra sotto il profilo ambientale, con variazioni rispetto alla transizione rapida che, rapportate alle emissioni del settore allargato dei trasporti in Italia, restano comprese tra lo 0,1% e lo 0,3% per l’anidride carbonica e tra lo 0,1% e lo 0,4% per gli inquinanti”.
Il processo di transizione energetica del TPL è già in atto e costituisce un processo irreversibile di sviluppo che potrà rendere l’offerta di servizio più attrattiva e competitiva, per una piena realizzazione del target fissato dal PNRR di trasferire entro il 2030 il 10% della mobilità privata motorizzata verso i sistemi di mobilità collettiva, con un impatto rilevante in termini di riduzione di emissioni nocive e di CO2. Il trasporto con autobus è una componente primaria della sostenibilità ambientale spostando ogni giorno, nel sistema di TPL, oltre 15 milioni di passeggeri con un peso di solo lo 0,7% sul totale complessivo delle emissioni climalteranti, considerando anche i bus impiegati nei servizi commerciali.
“Le risorse statali al momento disponibili per il rinnovo del parco autobus di TPL con veicoli puliti sono di poco superiori agli 8 miliardi di euro e i gestori di TPL potrebbero dare, investendo risorse proprie, un contributo determinante al processo purché tecnicamente sostenibile e compatibile con i tempi di ammortamento e la durata dei contratti di servizi”, ha concluso Biscotti.