Lecce, Fase2 mobilità: Salvemini, servono scelte strategiche a livello nazionale
Gli scenari post emergenza coronavirus per la mobilità urbana nelle aree ad alta densità abitativa, dove la flessione del trasporto pubblico locale potrebbe creare difficoltà di spostamento. Questa la tematiche al centro della conferenza in streaming “Superare le distanze. La mobilità urbana dopo l’emergenza Covid19” che si è svolta oggi e che ha visto la partecipazione di diversi sindaci e assessori delle città italiane.
L’evento è stato moderato da Diego De Lorenzis, Vicepresidente Commissione Trasporti Camera dei Deputati e da Paolo Pinzuti, Bikeconomist.
I partecipanti hanno analizzato le misure che gli enti locali e il governo stanno adottando per garantire l’accessibilità dei centri abitati, il diritto alla mobilità dopo la fase di emergenza, con specifica attenzione alla costruzione dei nuovi modelli di trasporto e agli interventi necessari per evitare la congestione delle città e il collasso dei sistemi di mobilità urbana a causa della riduzione dell’uso dei servizi di trasporto pubblico e il conseguente ricorso massivo all’uso dell’automobile privata.
Carlo Salvemini, Sindaco del Comune di Lecce, ha spiegato che tutte le amministrazioni si stanno confrontando con i problemi legati alle misure per i trasporti: “Oggi si richiedono politiche che rafforzino la qualità ambientale e quindi l’uso di mezzi pubblici, bici e mobilità pedonale. Il 4 maggio sono tornati a lavoro oltre 4 milioni di italiani, il comparto scolastico è fermo: il vero banco di prova sarà dopo, quando si tornerà alla normalità. Tutti gli asset della mobilità sostenibile rischiano di entrare in competizione con la mobilità privata in una sfida impari. Il tpl può funzionare fino al 20% della propria capacità, servono quindi scelte strategiche a livello nazionale per supportare i Comuni”.
Nel corso del convegno si è discusso anche del necessario diverso uso che dovrà essere fatto degli spazi pubblici nella Fase2, in ragione delle nuove necessità legate al distanziamento sociale. Salvemini ha spiegato che ci sono diversi progetti sul tavolo per incentivare la mobilità pedonale contro quella privata. “Da questa esperienza usciremo con una nuova disponibilità che dovremo indirizzare verso l’uso di forme di mobilità sostenibile. Con un tpl costretto a funzionare fino a 1/3 del suo potenziale, si rischia di rallentare la grande sfida dell’ampliamento dell’offerta su cui stavamo lavorando. Se vogliamo decongestionare i flussi degli spostamenti dobbiamo puntare alla mobilità dolce, perché in questo momento il rischio al ricorso massiccio alla mobilità privata è molto concreto. Le reti ciclabili urbane dovranno necessariamente essere potenziate”.