Mobilità Aci: 1 veicolo su 3 è ante euro 4, a rischio l’obiettivo di riduzione delle emissioni
E’ a rischio l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 entro il 2030. Lo rivela uno studio presentato da Aci, Cnr e Enea alla Conferenza del traffico e della circolazione.
Secondo i dati racconti, i veicoli ante euro 4 sono 14 milioni (1 su 3), circa il 35% del parco circolante, e gli autobus Diesel Euro 3 rappresentano il 60% del parco autobus nazionale.
Nel 2030 – a meno di politiche per la sostituzione dei mezzi più vecchi e inquinanti, pubblici e privati, e per la mobilità pubblico, condivisa e ciclopedonale – le emissioni di CO2 raggiungeranno quota 54,5 milioni di tonnellate, l’11% in più di quanto previsto dagli obiettivi di riduzione.
“È fondamentale favorire la diffusione della tecnologia di integrazione tra i veicoli e la rete elettrica e contemporaneamente creare una rete adeguata, con l’obiettivo rilanciare il settore coniugando gli interessi delle aziende e dei consumatori. Questo potrà offrirci un contributo per centrare gli ambiziosi obiettivi che intendiamo sostenere”. È quanto si legge nel messaggio del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, alla Conferenza del presidente traffico e della circolazione Aci. “Si prevede infatti – scrive il ministro – che il comparto dei trasporti dia un contributo in termini di riduzione di emissione al 2030 rispetto al 2005 pari a circa 46 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti passando da 125 milioni di tonnellate di CO2 equivalente a 79 milioni al 2030”. “A questo obiettivo – continua Patuanelli -possiamo arrivare solo attivando diverse misure nazionali e locali, su cui stiamo già lavorando. È stato inoltre convocato il tavolo sul settore automotive al quale hanno partecipato i rappresentanti di oltre 50 associazioni aziende e sindacati”.
Il ruolo delle auto elettriche
In uno scenario tendenziale, sottolinea il rapporto, nel 2030 le auto termiche rappresenteranno l’82% del parco circolante, le ibride il 10%, le elettriche quasi il 9%. “Grazie alla costante evoluzione delle tecnologie, alla naturale crescita dell’elettrificazione dei veicoli e alle spontanee scelte del mercato, progressivamente e senza forzature, è possibile raggiungere una nuova mobilità sostenibile, che salvaguardi il diritto universale alla mobilità, specie nelle aree metropolitane, e garantisca un significativo miglioramento della qualità dell’aria e la tenuta del forte settore automotive italiano”, ha dichiarato il Presidente ACI, Angelo Sticchi Damiani.
ACI, CNR ed ENEA, invitano a “scongiurare il paradosso di una transizione all’elettrico che gravi sulle spalle delle fasce sociali meno abbienti“. Nelle regioni con PIL pro-capite più basso, solo un veicolo su 10 è di classe Euro 6. Mentre in alcune regioni, grazie agli incentivi per l’acquisto di un’automobile elettrica, si può arrivare ad un risparmio di 16.000 euro, anche per modelli di alta gamma, che rimangono tuttavia, fuori dalla portata di un’ampia fascia della popolazione.
Lo studio sottolinea poi “il rilevante contributo che anche i veicoli ibridi, a metano e GPL potranno offrire al raggiungimento dei target ambientali”. Un veicolo a metano, ad esempio, presenta oggi emissioni inferiori a 95 g CO2/km: un valore già in linea con gli obiettivi europei.