Mobilitaria 2020: il lockdown ha ridotto traffico e inquinamento. Adesso la sfida è tornare a muoverci senza inquinare e congestionare le città
Presentato “MobilitAria 2020”, studio annuale di Kyoto Club e Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA), che delinea l’andamento della qualità dell’aria e delle politiche di mobilità urbana nelle 14 principali città e aree metropolitane italiane nel 2019 e nei primi 4 mesi del 2020, quindi in piena emergenza Covid-19.
Dal rapporto emerge che nel 2019 migliora leggermente la qualità dell’aria nelle città rispetto all’anno precedente, tuttavia permangono valori critici che non sono sufficienti a garantire il rispetto dei limiti normativi in vigore. Nel periodo di lockdown, invece, complice il blocco del traffico, si registra un netto calo dell’inquinamento soprattutto per il crollo del biossido di azoto (No2) a Roma, Milano, Torino e Napoli.
Nel frattempo, le città provano ad attrezzarsi per essere sempre più sostenibili, mentre il Dl Rilancio appena licenziato dal Governo risulta, nelle valutazioni di Kyoto Club e CNR-IIA, uno strumento timido e insufficiente a contrastare la crescita della congestione e del traffico che in modo progressivo torneranno a invadere le nostre città dopo la ripartenza: ora più che mai l’obiettivo deve essere accelerare la giusta transizione verso la mobilità sostenibile.
A questo scopo il Rapporto avanza proposte concrete per la fase 2, per contrastare la crescita del traffico veicolare: smart working, piano degli orari della città, sostegno a mobilità alternativa o pedonale, sharing mobility, veicoli elettrici e trasporto collettivo.
Per quanto riguarda il periodo di lockdown, il crollo principale di No2 è avvenuto a Roma, dove le concentrazioni medie sono inferiori alle annualità precedenti (2016-2019) rispettivamente del 59% per il mese di marzo e del 71% per il mese di aprile.
A Torino invece il calo è del 43% per il mese di marzo e 51% per il mese di aprile, a Milano si è avuta una riduzione del 29 e 43% rispetto alla media dello stesso periodo 2016-2019, mentre Napoli registra una riduzione, rispettivamente, del 33 e 57%.
“L’analisi condotta sulla qualità dell’aria per l’annualità 2019 ha mostrato la persistenza per alcune città italiane di valori di concentrazioni elevati che non sono sufficienti a garantire il rispetto dei limiti normativi in vigore – ha spiegato il direttore del CNR-IIA, Francesco Petracchini – occorre pertanto maggiore impegno da parte delle Amministrazioni locali per ridurre le concentrazioni e i superamenti al valore limite. È stato inoltre analizzato nel periodo del lockdown nazionale a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 l’effetto sulla qualità dell’aria. I due mesi di blocco hanno permesso di comprendere l’importante impatto del traffico veicolare, in particolare quello privato, oltre che sulle emissioni di alcuni inquinanti anche sulle concentrazioni rilevate dalle centraline; tale evidenza risulta molto marcata, in accordo con quanto emerso dalle analisi delle stesse Agenzie per gli inquinanti legati direttamente al traffico, quale il biossido di azoto e in modo minore ma comunque allo stesso modo evidente anche per il particolato atmosferico”.
Da punto di vista della mobilità urbana, il report analizza i diversi provvedimenti e investimenti messi in campo a livello urbano, regionale e nazionale nell’anno e mezzo preso in considerazione.
In particolare, sono stati analizzati i PUMS, Piani Urbani di Mobilità Sostenibile, delle 14 città di ambito comunale o metropolitano, con lo stato di fatto e i contenuti principali. PUMS che tutte le città metropolitane dovranno approvare entro il prossimo mese di ottobre.
In seguito all’emergenza coronavirus molte amministrazioni comunali hanno predisposto, e ora iniziano ad attuare, piani di mobilità per la ripartenza, la cosiddetta “Fase 2”, per incoraggiare la crescita degli spostamenti ciclopedonali in sicurezza, per riorganizzare i servizi di trasporto pubblico, potenziare la sharing mobility, sfalsare gli orari, incoraggiare lo smart working e i servizi online.
“Il lockdown ha ridotto traffico, inquinamento ed emissioni di Co2, ma noi vogliamo tornare a muoverci senza inquinare e congestionare le città – sottolinea la coordinatrice del gruppo di lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club, Anna Donati –. Questo è possibile se acceleriamo gli investimenti e le misure per spostarsi con la bicicletta, a piedi, con la sharing mobility e la micromobilità, se innoviamo i servizi di trasporto pubblico e puntiamo sull’elettrificazione dei veicoli. Il Dl Rilancio è solo un timido tentativo per andare in questa direzione, serve molto di più e chiediamo che il Dl venga migliorato e i prossimi provvedimenti siano più efficaci”.
Anche, e forse soprattutto, in tempi di Covid-19 servono cambiamenti strutturali e forti innovazioni che accelerino la decarbonizzazione con una offerta intelligente di mobilità, secondo i principi Avoid, Shift, Improve. Per raggiungere questi obiettivi il Rapporto propone alcune misure per ripensare la mobilità e anche, in un certo senso, abitudini e stili di vita: potenziare lo smart working e i servizi di prossimità per decongestionare le città; pianificare gli orari di ingresso nel lavoro, nelle scuole, nei servizi pubblici e privati, nei servizi commerciali per ridurre le ore di punta e utilizzare al meglio gli spazi e i servizi disponibili; allargare i servizi di sharing mobility, promuovere la mobilità ciclistica attraverso l’ampliamento delle piste ciclabili e dei servizi ai ciclisti; sostenere il trasporto pubblico; potenziare la figura del mobility manager; riorganizzare la logistica in maniera sostenibile; puntare sull’elettrificazione dei veicoli e mantenere ztl e low emission zone.
“Sembra evidente che l’uscita dalla crisi pandemica ci pone di fronte a un bivio – spiega il vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante –. Prevarrà la spinta ‘conservatrice’ di chi pensa che la migliore risposta alle esigenze d distanziamento sociale sia quella di rinchiudersi nella propria auto privata magari incentivando l’acquisto dei modelli rimasti invenduti in questi mesi, o piuttosto vincerà un modello più moderno che si basa sul forte potenziamento del trasporto pubblico locale, dello sharing, delle forme di mobilità dolce e sostenibile e che incentivi l’innovazione tecnologica accelerando l’uscita dall’ ‘era fossile’ anche nei trasporti? Solo se saremo in grado di far vincere la seconda opzione potremo tornare a vivere in città di nuovo belle, accoglienti, piene di vita e di aria pulita”.