Mobility Report 2019, Antonio Di Donna (Aipark): ottimizzare mobilità e sosta per un futuro sostenibile
Sviluppare la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico locale tenendo in considerazione l’ottimizzazione delle politiche relative alla sosta: è stato questo il fulcro della seconda edizione di “Mobility Report, idee e soluzioni per la mobilità” organizzata a Roma da Aipark, l’associazione italiana degli operatori sosta e mobilità, in sinergia con Asstra, l’associazione nazionale trasporti.
“Ci troviamo a fronteggiare un’emergenza ambientale, relativa all’inquinamento e al surriscaldamento globale, che si interseca con le problematiche relative al tetto ambientale, legate ai consumi delle materie prime. Dobbiamo agire oggi se vogliamo dare un futuro ai nostri figli” – ha dichiarato in apertura Antonio Di Donna, Presidente di Aipark – “Ed il futuro è qui: l’attuale sviluppo tecnologico ci permette di essere efficienti e risparmiare materie prime ed energia. Se partissimo ora con un parco automezzi rinnovato, nuove infrastrutture di trasporto, nuove soluzioni modali, potremmo ridurre i consumi del trasporto locale pubblico e privato, tenendo conto del contributo essenziale che la sosta può fornire”.
Il convegno si è imposto, anche per l’edizione 2019, come fucina di idee da porre alla base di proposte politico-istituzionali dirette: “Il punto di partenza per il cambiamento devono essere i Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile (Pums) – ha aggiunto Massimo Vernetti, Presidente Confcommercio Napoli e Presidente Onorario Aipark – “Per un miglior funzionamento delle città dobbiamo pretenderne l’attuazione da parte degli amministratori e far sì che si rivedano le regole per arrivare a togliere le auto dalle strade”.
“Un cambiamento della mobilità è urgente, perché le auto che occupano le nostre strade sono troppe” – ha argomentato Giovanni Foti, Vicepresidente Asstra – “La strada da seguire è quella della tecnologia: l’elettrico ad esempio è un’opportunità per l’ambiente e il futuro, e la politica dovrebbe comprenderlo investendo oggi per evitare misure drastiche domani”.
Dati preoccupanti, quelli relativi all’”abuso” dell’auto privata, messi anche in evidenza da due importanti report presentati nell’occasione, aventi ad oggetto uno le misure necessarie per implementare la mobilità sostenibile e l’altro la relazione tra la gestione della sosta tariffata e i componenti del sistema della mobilità urbana.
La prima ricerca, sviluppata e illustrata da Isfort, l’istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, ha rilevato come in Italia nel 2017 il 58,6% del totale degli spostamenti e ben l’81% degli spostamenti motorizzati è avvenuto tramite auto privata, con inevitabili conseguenze sull’ambiente e la vivibilità cittadina. “L’auto, rispetto al mezzo pubblico, è più inquinante, meno sicura e più costosa, come anche confermato dal rapporto IPCC 2018, eppure continua a farla da padrona nel modello attuale di mobilità” -ha evidenziato Carlo Carminucci, Direttore Ricerca Isfort -“È però allo stesso tempo incoraggiante la propensione verso la mobilità di scambio: il 73% degli italiani dichiara che, se ci fossero i servizi, rinuncerebbe all’uso della propria vettura. Bisogna quindi lavorare su trasporti efficaci, intelligenti, inclusivi, puliti e interconnessi, poiché attraverso essi si tutela l’ambiente, la socialità e lo sviluppo del territorio”.
Il secondo studio, elaborato da Aipark, prende in considerazione, per la prima volta in Italia, il legame tra regolamentazione della sosta e mobilità urbana: “Per rispettare l’agenda ambientale il numero delle auto in circolazione va ridotto drasticamente e per questo servono soluzioni alternative urgenti, come una revisione ampia delle politiche della sosta: la concessione e il costo dei permessi, le tariffe, i controlli e le sanzioni” – ha illustrato Laurence A. Bannerman, Direttore Generale Aipark e Presidente Epa – “Fondamentale puntare sulla digitalizzazione, come già avvenuto ad Amsterdam, dove il rapporto abitanti/posti auto tariffato è 5 a 1, contro il 20 a 1 italiano, e a Barcellona, dove il traffico privato rappresenta solo il 16% degli spostamenti giornalieri contro una media italiana superiore al 58%”.