Roma, Comune e industriali in campo contro il traffico
Stretta collaborazione tra Campidoglio e la Uir (Unione industriali romani) per dire basta al traffico. Un protocollo prevede la costituzione di un gruppo di lavoro per lo sviluppo delle iniziative necessarie a migliorare la viabilità in città. L'”alleanza” si inserisce nell’ambito della realizzazione del Piano Strategico per la Mobilità sostenibile approvato dal consiglio comunale il 16 aprile scorso. Tra gli obiettivi primari, il miglioramento dell’offerta di trasporto attraverso la valorizzazione dei sistemi collettivi, il potenziamento delle capacità e dell’efficienza del sistema su ferro, la previsione delle strutture di supporto come parcheggi pubblici, stazioni, nodi di scambio modale, l’incentivazione dell’intermodalità per le persone e le merci e la riduzione dei fenomeni di congestione e di traffico. Molte delle realizzazione puntano sull’aup-grade tecnologico. ”Il protocollo con la Uir ci aiuta a rendere più rapide ma anche più fattibili le scelte del piano strategico per la mobilità sostenibile – ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno – Roma non può pensare di risolvere il problema della mobilità e del traffico cercando di fare oggi quello che le altre Capitali europee hanno fatto 30-40 anni fa. Bisogna fare un salto tecnologico e utilizzare tutte le tecnologie che vengono dalla nuova fase industriale, pensiamo a metropolitane più leggere, pensiamo ad autobus guidati da guide magnetiche, pensiamo all’utilizzo di quelle strutture che ci permettono di andare verso la mobilità sostenibile come il car sharing”. Rassicurazioni sono arrivate anche dagli industriali. ”La situazione del 2010 complessiva del Paese dal punto di vista dei finanziamenti di opere è molto complessa – ha detto il presidente dell’Unione degli industriali di Roma, Aurelio Regina – Abbiamo bisogno che l’investimento privato trovi le migliori condizioni possibili per espletarsi e in questo la linea D è significativa perchè è la prima grande opera sul territorio romano che avviene almeno al 50% in project financing. Dico almeno perchè si sta guardando alla possibilità che questo vari tra il 50% e il 60%. Sappiamo che è un’opera che costa tre miliardi sulla quale c’è qualche dubbio proprio per aiutare la realizzazione e l’ampliamento di questa base privata ed eventualmente qualche cambio di tracciato, minimo naturalmente”.