Roma, Ncc protestano in piazza: “a rischio 200mila posti di lavoro”
Si è svolta stamattina in piazza della Repubblica a Roma la protesta degli Ncc arrivati da tutta Italia. In piazza gilet gialli, bandiere, striscioni e fumogeni tricolori. Sotto accusa la legge 29/92 in proroga dal 2009, che con il governo gialloverde potrebbe diventare esecutiva. Il provvedimento obbligherebbe gli Ncc a rientrare nella rimessa di provenienza tra un servizio e l’altro. “In questo modo si mettono a rischio 200 mila posti di lavoro” hanno spiegato gli autisti, che hanno detto di essere pronti a proteste molto più eclatanti.
“Chiediamo dignità e rispetto per i lavoratori – hanno gridato gli organizzatori della manifestazione dal palco – siamo disposti ad andare avanti con proteste molto più eclatanti. Siamo stufi di pagare perché si possa favorire i tassisti. È dal 1995 che non viene rilasciata una licenza Ncc a Roma per colpa della lobby dei taxi”.
La Fit Cisl oggi è intervenuta con una nota sulla questione taxi-ncc e chiede al Governo di ristabilire le regole per il settore. “Sono troppi anni – dichiarano in una nota congiunta Eliseo Grasso e Alessandro Atzeni, rispettivamente coordinatore nazionale mobilità tpl e responsabile taxi della Fit Cisl – che il settore del trasporto pubblico non di linea (taxi e ncc) subisce proroghe a beneficio dell’irregolarità e a discapito di utenti e operatori del comparto che continuano a essere privati delle minime regole necessarie a fornire le indispensabili tutele”. E aggiungono: “Risultano incomprensibili tutte quelle posizioni e manifestazioni dei soggetti che, fino ad oggi, hanno beneficiato della totale mancanza di contrasto ai diffusi fenomeni di abusivismo legati all’uso difforme delle autorizzazioni. Non è più tollerabile – insistono i sindacalisti – l’impunità dei soliti astuti, che nei grandi centri urbani usano in maniera stabile titoli autorizzativi rilasciati dai più svariati comuni italiani per soddisfare le proprie esigente territoriali”.
Continua la nota: “Noi siamo pronti a intraprendere un serio e responsabile confronto per la riforma del settore; il rispristino della normativa vigente è la migliore condizione per l’avvio di un tavolo di confronto. Dopo i molteplici impegni mai mantenuti – conclude – i tentativi di riforma del settore mai portati avanti con convinzione, nel rispetto degli impegni presi con i lavoratori, chiediamo alle Istituzioni di dimostrare che esiste veramente la volontà politica di contrastare ogni forma di illegalità a tutela degli addetti e fruitori del servizio”.