Sostenibilità: Legambiente, al Nord le città più virtuose d’Italia
Le città più virtuose sul fronte del risparmio e della tutela ambientale si trovano al Nord. Lo ha decretato in queste ore Legambiente nei dati di Ecosistema Urbano 2017: l’annuale rapporto sulle performance ambientali delle città capoluogo, realizzato con il contributo scientifico dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e la collaborazione editoriale del Sole 24 ore. L’esempio arriva in particolar modo da sei città italiane (definite tecnicamente ecosistemi urbani) con al primo posto Mantova, seguita da Trento, Bolzano, Parma, Pordenone e Belluno. Sono loro, quest’anno, a guidare la speciale classifica di Legambiente, dimostrando di essere città dinamiche e di credere fortemente nel cambiamento.
Tutte e sei, ad esempio, sono nel gruppo dei centri urbani che hanno raggiunto e superato gli obiettivi di raccolta differenziata dal decreto Ronchi del 1997 (obiettivi saliti al 65%), Mantova – ad esempio – sfiora l’80% di raccolta differenziata e Trento figura ai primissimi posti per le attività di depurazione dei reflui e il contenimento delle perdite di acqua potabile dalla rete idrica (con un tasso di dispersione vicino al 20%); mentre Pordenone è sotto il valore fisiologico del 15%.
Nella top ten delle città più alberate c’è Pordenone che gode di 29 alberi ogni 100 abitanti, Mantova di 32 per lo stesso numero di residenti. Bolzano, inoltre, insieme a Mantova, è tra i centri urbani con la più estesa dotazione infrastrutturale per la ciclabilità. A Belluno e Bolzano tira una buona aria, in particolare la città dell’Alto Adige in dieci anni ha ridimensionato del 40% il peso delle polvere sottili. Mediamente le città italiane più grandi producono più rifiuti rispetto alla media europea, ma le percentuali di raccolta differenziata sono quasi sempre migliori: Torino e Milano, ad esempio, avviano a riciclaggio una quantità di spazzatura quattro volte maggiore di quella di Madrid o Parigi. Per il Sud la migliore è Benevento. Male invece Palermo, Enna, Caltanissetta, Agrigento e Siracusa, sotto il 10%.
Le città dove si usa di più il trasporto pubblico sono Venezia e Milano tra i grandi centri urbani, Brescia, Trento e Cagliari (il capoluogo sardo tra l’altro si conferma ancora il migliore per quel che riguarda l’offerta di bus per passeggero a chilometro di rete) tra quelli di medie dimensioni, Siena e Belluno tra le città con meno di 80mila abitanti. Si stima per il nostro Paese un possibile risparmio di 12 miliardi di euro l’anno, quasi un punto percentuale di PIL, se i trasporti urbani delle 14 città più grandi fossero più efficienti in termini di rapidità, qualità ambientale, sicurezza. Ci sono poi diversi centri urbani che cominciano a praticare forme di mobilità nuova: a Bolzano, Firenze, Pisa, Torino, Milano, Bologna, Venezia, Ferrara più del 50% degli abitanti cammina, pedala, usa i mezzi pubblici.
La sharing mobility è una realtà per un milione di italiani. Firenze, Milano e Torino sono le città con la maggiore offerta di mobilità condivisa. Quelle invece più bike friendly, dove più di un cittadino su cinque utilizza preferibilmente la bici per i propri spostamenti, sono Bolzano, Pesaro, Ferrara, Treviso, Reggio Emilia. Quest’ultima nel 2016 si conferma la città con più infrastrutture per la ciclomobilità, insieme a Cremona e Mantova. L’estensione delle isole pedonali nei Comuni capoluogo, negli ultimi tre anni di rilevazione, risulta stabile intorno a 0,40m2 per abitante. Le città che hanno un valore almeno doppio rispetto alla media sono 12: le più camminabili, oltre al caso particolare di Venezia, sono Verbania, Terni, Lucca, Cremona, Firenze e Pescara.
Se da una parte cresce la voglia di una mobilità alternativa, dall’altra in Italia l’auto resta ancora il mezzo di trasporto più ingombrante come si evince dal tasso medio di motorizzazione: 624 auto ogni 1000 abitanti, (a Madrid sono 411, a Berlino 392, a Londra 331 e a Parigi appena 166). Nel nostro Paese oltre al caso particolare di Venezia (che conta 424 auto ogni 1.000 abitanti), solo a Genova e La Spezia si registra un tasso inferiore o uguale a 500 auto per 1.000 abitanti, seguite da Milano, Firenze, Bologna e Trieste.