Trasporto pubblico: gli italiani chiedono intermobilità e mezzi ecologici. I risultati della ricerca GPF-IBE
L’intermobilità è un bisogno per il 70% degli italiani e la maggior parte (85%) preferisce scegliere un mezzo ecologico. Lo rivela un’indagine qualitativa tra stakeholder del settore condotta da GPF Inspiring Research per IBE Intermobility and Bus Expo, l’appuntamento biennale di Italian Exhibition Group che si terrà a Rimini dal 12 al 14 ottobre.
La ricerca si è posta l’obiettivo di scandagliare ampiezza e profondità della domanda di nuova mobilità attinente il Trasporto Pubblico Locale (TPL), sempre più interconnesso e orientato al servizio del cittadino-cliente. L’intermobilità rappresenta un “need” chiave e per il 60% degli utenti il trasporto su gomma dovrebbe investire su sistemi tecnologici all’avanguardia.
L’intermobilità, ovvero sistemi aperti del TPL dove si sceglierà tra varie vie, modalità e fornitori dei servizi di trasporto, in una logica MaaS-Mobility as a Service allargata e compiuta, sarà l’elemento evolutivo del Trasporto Pubblico dove la tecnologia gioca un ruolo abilitante.
Uno scenario di intermobilità in cui i mezzi si parlano tra loro
L’indagine di GPF ha evidenziato che una “vera” intermobilità è un bisogno chiave per quasi 7 utenti su 10: il 70% degli utenti ritiene che sia importantissimo uno scenario di intermobilità in cui i mezzi si parlano tra loro per garantire la maggior efficienza. L’approccio Mobility-as-a-Service (MaaS) grazie a una piattaforma digitale (nella maggior parte una semplice App installata su smartphone) va in questa direzione consentendo agli utenti di pianificare, prenotare e pagare più tipi di servizi di mobilità. Tuttavia vi è tuttora un “gap” tra l’auspicio e la realtà: 8 utenti su 10 ritengono che la situazione attuale sia tuttora lontana da uno scenario ideale, per quanto si riconosce (secondo circa due terzi del campione) che sono stati fatti importanti passi avanti.
Un futuro sostenibile per la mobilità
Le normative attuali già prescrivono che dal 1° gennaio 2031 non si potrà più acquistare autobus nuovi a gasolio. Talvolta le normative locali sono più stringenti rispetto a quelle nazionali ed europee: per esempio Bologna già dal 1° gennaio 2020 ha adottato il divieto di inserire nuovi autobus alimentati a gasolio nel servizio urbano.
La sostenibilità è sinonimo di “green”, ma gli stakeholder ricordano che a propria volta deve essere intrinsecamente sostenibile, anche dal punto di vista del sistema produttivo. Il campione qualitativo abbina spontaneamente la sostenibilità all’elettrico e all’idrogeno, senza remore ideologiche.
Il processo di elettrificazione dei mezzi secondo il campione sta raggiungendo buoni risultati, ma è caratterizzato da limiti, sia infrastrutturali (es. reti e rimesse per la ricarica dei mezzi TPL) che prettamente tecnologici (es. durata delle batterie), ed è ovviamente legato alle modalità di produzione dell’energia. Un punto di vista che riecheggia il dibattito ancora in atto sia a livello comunitario che domestico.
L’attenzione verso l’idrogeno, percepito come la “frontiera”, è invece testimoniata dal richiamo ai progetti PNRR e ai diversi provvedimenti governativi che danno corpo alla sostenibilità, anche nella sua dimensione economica. La dinamica dei prezzi indica infatti che i veicoli alimentati a idrogeno in poco tempo hanno circa dimezzato il proprio costo (da circa 1 milione e 200 mila euro a circa 600 mila euro), trainati da questo trend.