Trieste: presentato il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile
La Giunta Municipale di Trieste ha presentato il nuovo “Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) e Rapporto Ambientale”, di cui è stata relatrice l’assessore delegato a Città, Territorio, Urbanistica e Ambiente, Luisa Polli, affiancata dal Direttore del Dipartimento TEAM (Territorio Economia Ambiente Mobilità) del Comune, Giulio Bernetti, e dai tecnici del medesimo Dipartimento Fabio Lamanna e Paola Capon che hanno particolarmente seguito la redazione del Piano, nonché le fasi di “primo ascolto” della popolazione (ora seguirà, per la durata di 60 giorni, quella delle “osservazioni”) e le relative progettazioni.
Il PUMS fa parte del Progetto europeo “Civitas Portis” che, nell’ambito del programma Horizon 2020, intende definire, testare e valutare una serie integrata di misure innovative di mobilità sostenibile miranti, in particolare, a risolvere i problemi più specifici delle città portuali in Europa.
Si tratta di un Piano strategico a lungo termine tendente a tracciare degli indirizzi di massima, lungo i quali trovare delle soluzioni generali atte in particolare a migliorare il sistema dei trasporti e la “sostenibilità” della mobilità complessiva in città. In altre parole, nel documento vengono indicate alcune principali esigenze e intendimenti, e possibili soluzioni innovative. Non ancora i singoli progetti “particolareggiati”, che verranno poi, via via, decisi di conseguenza, come applicazione del PUMS, e come tali andranno a inserirsi e a eventualmente a modificare il più specifico, “concreto” e dettagliato Piano Urbano del Traffico.
Nel PUMS del Comune di Trieste – spiega l’amministrazione – sono state inserite tutta una serie di “previsioni” riguardanti, in generale, la mobilità all’interno della città, ma anche le relazioni fra la città e gli altri Comuni del territorio, nonché quelle di breve raggio con un hinterland più ampio; e, correlati a queste, alcuni obiettivi particolarmente interessanti e ambiziosi, tali da connotare profondamente, se realizzati, il “volto” prossimo e futuro del ‘sistema’, quali il miglioramento delle condizioni di sicurezza degli spostamenti, la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico e dei consumi energetici, una maggiore efficienza ed economicità dei trasporti di persone e merci ottimizzando le scelte modali, l’accrescimento ulteriore della già elevata attrattività del territorio e della qualità dell’ambiente.
A tal fine sono postulate nel Piano, e in ognuno dei suoi 46 allegati – alcune importanti soluzioni e realizzazioni quali la localizzazione di sistemi ettometrici di risalita (come scale mobili e ascensori verticali) in punti specifici, in rioni o zone di forte pendenza (ad esempio San Giovanni o la zona dell’Università); una cabinovia tra le Rive, il Porto Vecchio, Park Bovedo e Opicina; l’”attrezzaggio”, in luoghi ben precisi del territorio, di cosiddette “cerniere di mobilità” dove si concentrino parcheggi di scambio, linee di pubblico trasporto, servizi sharing, dotazioni per la smart mobility ecc. e ciò per mettere nelle condizioni soprattutto chi si sposta giornalmente o chi dai comuni limitrofi entra a Trieste, di parcheggiare gratuitamente la propria auto e proseguire con un trasporto veloce, decongestionando così il centro città da una importante quota di traffico privato; e ancora, opportune modifiche alla rete del Trasporto Pubblico Locale; nuove Zone 30, perfezionamento del regime di sosta veicolare e migliore “convivenza” fra traffico motorizzato, pedoni e ciclisti; ciclabilità e nuovo “Biciplan”, quest’ultimo peraltro da demandare a una successiva approvazione, necessitando ancora di ulteriori fasi di partecipazione e confronto con i c.d. “portatori di interesse” sul tema (non solo ciclisti quindi, ma anche pedoni, automobilisti, autisti di bus o tassisti) poiché la “filosofia” di questi Piani – sottolinea l’amministrazione – non è di “contrapporre” ma, al contrario, armonizzare il più possibile i desideri ma anche le esigenze concrete di tutti i diversi “gruppi” di utenti della strada e della città tout court; e, infine, alcuni interventi per ottimizzare la distribuzione delle merci sul territorio (come la localizzazione di centri di distribuzione fuori dal centro città, “punti” per il recupero dei pacchetti dell’e-commerce e relativa logistica); nonché alcune nuove soluzioni per la viabilità interna cittadina.
Progettazioni che conosceranno un arco di tempo comunque ampio per poter venire realizzate e ancor prima finanziate, essendo il PUMS “attivo” e fruibile entro un “orizzonte” di 10-15 anni, fino, almeno, al 2030.
“Scatterà” ora la c.d. “fase delle osservazioni” che consentirà nell’arco di 60 giorni a enti, gruppi diversi e singoli cittadini di intervenire e inviare proposte e suggerimenti, di qualunque portata e livello, trasmettendole direttamente agli Uffici tecnici del Comune, tramite PEC.
Dopodiché spetterà al Consiglio Comunale valutare e decidere su tali proposte, eventualmente formulandone delle proprie quale massima Assemblea rappresentativa cittadina, per poi approvare il Piano nel suo complesso.