Ue: Uber è un servizio di trasporto. Conftrasporto, ora disciplinare l’attività
Il servizio di messa in contatto con conducenti non professionisti fornito da Uber rientra nell’ambito dei servizi nel settore dei trasporti e gli Stati membri possono di conseguenza disciplinare le condizioni di prestazione di tale servizio. Lo ha deciso oggi la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, chiamata a pronunciarsi in merito, dopo che nel 2014 un’associazione professionale di conducenti di taxi di Barcellona aveva chiesto alla corte locale di sospendere il servizio (nella fattispecie il servizio Uber Pop), in quanto privo della necessaria licenza richiesta dalla città di Barcellona. Ogni Stato membro, quindi, potrà disciplinare il servizio informatico per una migliore organizzazione dell’attività dei taxisti e degli ncc (noleggio con conducente).
“La recente sentenza della Corte di giustizia europea riconosce quanto da tempo sostenuto da Conftrasporto – ha dichiarato il presidente di Conftrasporto e vice presidente di Confcommercio Paolo Uggè – Da sempre affermiamo che il corrispettivo per la prestazione di un servizio di trasporto resa da un taxista o da un noleggiatore debba essere riconosciuto all’esecutore del trasporto stesso. Il servizio di intermediazione che società come Uber effettuano non può, e la sentenza della Corte lo dice, essere considerato un’attività di servizio ma è invece un’operazione di trasporto e come tale va regolamentata”.
“Questa decisione dimostra purtroppo come i governi italiani succedutisi dal 2008 a oggi non siano stati in grado di regolamentare, modificando le normative, il servizio dei taxi e dei noleggiatori – prosegue Uggè -. È incomprensibile che, mentre si chiede ai piccoli commercianti di dotarsi di strumenti tecnologici di pagamento elettronico, si consenta a una categoria, quella dei taxi, di non rilasciare lo scontrino fiscale come avviene in quasi tutte le nazioni del mondo”.
“Anche quest’anno il Governo, non avendo avuto il coraggio di trovare una soluzione, ha dovuto rinviare l’entrata in vigore di una norma demenziale (29,1 quater), che aumenterebbe i percorsi a vuoto, favorirebbe la disorganizzazione incrementando il traffico e l’inquinamento – ha poi spiegato il presidente di Conftrasporto – La speranza è che nell’anno che verrà il nuovo Governo sappia assumersi la responsabilità di disciplinare due attività profondamente diverse, nell’interesse degli operatori e degli utenti. Conftrasporto ha già presentato in merito una propria proposta e si augura che il nuovo Governo la voglia affrontare nel merito”.