Verona, Fase2 mobilità: ampliate le Zone 30 per incentivare spostamenti a piedi e in bicicletta
Gli incentivi previsti con il Decreto rilancio per l’acquisto di biciclette hanno l’obiettivo di aumentare la diffusione delle due ruote tra i cittadini che, nel post Covd-19, utilizzeranno meno il trasporto pubblico, evitando dunque il ricorso in massa all’automobile. Il rischio, soprattutto per città di medie dimensioni come Verona, è la congestione del traffico, con conseguenti ingorghi, come dimostrano i dati sui flussi che già oggi (con scuole ferme, attività ancora chiuse e assenza di turismo) hanno raggiunto livelli superiori a quelli registrati prima del lockdown.
Su questo problema, l’amministrazione comunale della città è intervenuta da subito con il PME (Piano mobilità in emergenza), in cui sono contenute soluzioni anti congestione, fra cui le ‘Zone 30’ che garantiscono maggiore sicurezza a tutti gli utenti della strada, abbassando notevolmente l’incidentalità e la mortalità su strada. Avviate in via sperimentale dallo scorso 6 maggio, riguardano alcune vie dei quartieri San Zeno, Cittadella, Veronetta, Santo Stefano, Città Antica e Borgo Trento. L’obiettivo è ridurre la velocità delle auto e accrescere la sicurezza di pedoni, biciclette e monopattini, sostenendo una mobilità alternativa all’auto privata.
“Come è avvenuto in tutte le città di medio-grandi dimensioni, anche a Verona l’aumento dei veicoli privati oggi in circolazione ha ormai raggiunto gli stessi livelli di prima della chiusura – ha sottolineato il sindaco Federico Sboarina –. Una situazione insostenibile, se si considera che una effettiva ripresa ancora non c’è stata e che le scuole, come molte attività commerciali, non hanno ancora riaperto. Prevedere e incentivare una diversa mobilità è una delle strade percorribili, per evitare che si verifichino criticità insostenibili di traffico quando saremo tornati alla normalità. Il rischio è stare fermi in coda, altro che andare a 30 chilometri”.
“Bisogna comprendere che, se da una parte la bici non rappresenta una novità nel mondo dei veicoli, dall’altra è sicuramente tra quelli meno usati – ha ricordato l’assessore alla Mobilità e Traffico, Luca Zanotto –. Da qui la necessità di incentivarla maggiormente, istituendo il limite dei 30 km all’ora in un’area più allargata della città. Ridurre la velocità in ambito urbano è l’unica misura in grado di far diminuire in maniera consistente il numero di incidenti stradali con morti e feriti. Una misura, senza controindicazioni, che tutela sia gli utenti vulnerabili – pedoni e ciclisti – sia chi usa i veicoli a motore. I dati dimostrano che se un’automobile investe un pedone alla velocità di 50 km/h, l’impatto generato con il veicolo sarà equivalente a una caduta dal terzo piano di un palazzo, mentre uno scontro tra un’auto e un pedone alla velocità di 30 km/h è l’equivalente di una caduta dal primo piano di un palazzo. Puntiamo ad aumentare la percentuale di ciclabili nella nostra città, oggi ferma intorno al 10%, ma che in altri Paesi del Nord Europa è intorno al 30%”.
“È sempre più importante imparare a muoversi con sistemi diversi dall’auto – ha precisato il presidente Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta Verona, Corrado Marastoni –. Per farlo, però, servono misure in grado di accrescere la sicurezza stradale e, in particolare, l’attenzione nei confronti di chi sceglie di spostarsi in bicicletta. L’ampliamento della Zona 30 va proprio in questa direzione, perché ponendo limiti alla velocità, incoraggia gli spostamenti cosiddetti ‘dolci’, alternativi all’auto privata ma anche ai mezzi pubblici. Con i nuovi incentivi statali, riconosciuti con il Decreto rilancio, anche a Verona c’è stato un assalto all’acquisto di biciclette. Un trend positivo da sostenere anche sul fronte dell’utilizzo, con l’avvio di soluzioni che avvantaggino lo spostamento in sicurezza del ciclista. Tra queste, potranno essere presto impiegate le ‘fasce di rispetto per biciclette’, introdotte anch’esse dal Decreto rilancio come alternativa alle più conosciute piste ciclabile, le uniche attualmente regolate dal Codice della strada. Le ‘fasce di rispetto’, meno strutturate e di più facile attuazione, possono essere facilmente realizzate e diventare, in molte strade cittadine, un’ottima soluzione per garantire il rispetto, la sicurezza e la mobilità delle bici”.