Vinella (Anav): bus gratuiti in Germania? La soluzione è un trasporto pubblico più competitivo
Sperimentare in cinque città tedesche il trasporto pubblico gratuito. Le città sarebbero Bonn, Essen, Mannheim, Herrenberg e Reutlingen. Berlino proverà questa strada per diminuire la quota di traffico privato e per reagire al mancato raggiungimento degli obiettivi europei sulla produzione di diossido di azoto.
Ma il presidente di ANAV, Giuseppe Vinella, spiega come il piano tedesco di rendere gratuiti i mezzi pubblici non sia la giusta ricetta: “È sicuramente positivo il fatto che l’ipotesi del Governo tedesco di promuovere l’utilizzo dei mezzi pubblici, rendendoli gratuiti, per combattere l’inquinamento atmosferico abbia riscosso tanta attenzione sugli organi di stampa e nel dibattito nazionale, ma credo che l’attenzione si sia eccessivamente focalizzata sulla leva ipotizzata della gratuità, perdendo di vista il metodo e cioè la promozione dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico locale come via realistica e prioritaria di abbattimento delle emissioni dovute a un eccessivo utilizzo dell’autovettura che da noi, come in Germania, assorbe oltre l’80% degli spostamenti motorizzati”.
I costi per tale gratuità in Germania sono stimati in circa 13 miliardi di euro annui. In Italia ammonterebbero ad almeno 8 miliardi all’anno – spiegano dall’ANAV – considerando il sistema di trasporto pubblico nel suo complesso. “Riteniamo che una spesa del genere non sarebbe né sostenibile né giustificabile – aggiunge il Presidente – non solo e non tanto perché, come rilevano alcuni esperti, la ricetta potrebbe funzionare solo in Paesi dove sono già efficienti sistemi di trasporto pubblico intermodale e integrato, quanto per la semplice constatazione che un settore economico completamente sussidiato rischia di fare passi indietro in quel processo di industrializzazione, recupero di efficienza e produttività, competitività e innovazione che riteniamo imprescindibile per determinare un salto di qualità del sistema e favorire la realizzazione di un nuovo modello di mobilità collettiva e sostenibile”.
“È innanzitutto nel trasporto pubblico – prosegue – che la politica deve investire per motivare i cittadini a non servirsi dell’automobile e a essere parte attiva di una mobilità nuova, attenta all’ambiente e alla vivibilità della nostra splendida penisola, perché i numeri anche internazionali dimostrano che i sistemi di mobilità condivisa (car-sharing, car-pooling, ecc.) soddisfano un segmento molto piccolo della domanda di trasporto, peraltro solo nelle grandi aree urbane. È quindi irrealistico immaginare che possano fungere da alternativa diffusa”.
“Per trainare la domanda di trasporto collettivo – conclude Vinella – serve un servizio pubblico più capillare, più frequente, più integrato, realizzato con mezzi moderni, confortevoli e con le tecnologie più avanzate per la tutela dell’ambiente. Più risorse e più infrastrutture, quindi, e più stimoli agli investimenti in un contesto di competizione virtuosa tra le imprese per la gestione dei servizi”.