Volkswagen: il Mit attiva un’indagine con la casa costruttrice
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha deciso di interpellare sul caso Volkswagen, sia il KBA, Kraftfahrt-Bundesamt – soggetto terzo e maggiore omologatore delle auto in questione – sia il costruttore. Il Mit chiede di conoscere se i meccanismi con cui è stata falsata la misurazione degli scarichi di gas dei veicoli diesel venduti negli Stati Uniti per aggirare gli standard ambientali (dove vigono però regole differenti per l’omologazione) si sono verificati su omologazioni della stessa autorità tedesca per l’Europa e se i veicoli sono stati commercializzati in Italia.
Volkswagen ha ammesso che circa 11 milioni di auto in tutto il mondo sono interessate dal software sulle emissioni-truffa.
Nella lettera rivolta al KBA si esprime “preoccupazione in merito all’accaduto, in relazione alla protezione dell’ambiente ed alle possibili ripercussioni sul sistema di omologazione dei veicoli, vigente nell’Unione europea”. Si chiede quindi conto “se le anomalie riscontrate possano riguardare anche veicoli omologati e commercializzati nel territorio dell’Unione”. In questo caso si chiede, come Ministero, di “acquisire i risultati dei controlli di conformità che il KBA vorrà effettuare, a tutela dell’ambiente e della qualità dei prodotti omologati per il mercato dell’Unione”.
L’azienda, intanto, ha fatto sapere con una nota che i nuovi veicoli Euro6 diesel attualmente distribuiti in Europa “sono conformi alle leggi e agli standard di inquinamento”. Il gruppo “sta lavorando il più velocemente possibile a chiarire le irregolarità relative ad un particolare software usato nei motori diesel che non ha impatto su usura, manutenzione o emissioni delle auto”.
Intanto si aggrava il calo Volkswagen sul listino di Francoforte, dove le azioni ordinarie crollano lasciando sul campo il 20% a 106,8 euro. Il Gruppo di Wolfsburg (Germania) ha annunciato accantonamenti per 6,5 miliardi di euro per fronteggiare lo scandalo.