A giugno si aggrava la flessione a doppia cifra del mercato autocarri (-48,3%). Pesante contrazione anche per gli autobus (-53,2%)
Il comparto dei veicoli per il trasporto merci mostra ancora evidenti difficoltà di ripresa delle vendite e dei livelli produttivi pre-crisi. A giugno, infatti, si aggrava la flessione a doppia cifra del mercato degli autocarri rispetto al risultato del mese precedente. Per i veicoli trainati, invece, si assiste al primo timido segno positivo dall’inizio del 2020, che si confronta con il segno meno di giugno 2019 (-2,8%). Per entrambi i comparti, il primo semestre del 2020 si chiude con un pesante calo a doppia cifra.
Guardando ai numeri diffusi da Anfia, a giugno 2020 sono stati rilasciati 1.619 libretti di circolazione di nuovi autocarri (-48,3% rispetto a giugno 2019) e 1.138 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con ptt superiore a 3.500 kg (+6,2%), suddivisi in 98 rimorchi (-38%) e 1.040 semirimorchi (+13,8%). Nel primo semestre dell’anno si contano 9.250 libretti di circolazione di nuovi autocarri, il 33,7% in meno rispetto al periodo gennaio-giugno 2019, e 5.549 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti (-36,1% rispetto a gennaio-giugno 2019), così ripartiti: 469 rimorchi (-42,5%) e 5.080 semirimorchi (-35,5%).
Il mercato degli autobus con ptt superiore a 3.500 kg a giugno registra 170 nuove unità, -53,2%. Tutti i comparti chiudono il mese con cali a doppia cifra: -46,4% per gli autobus adibiti al TPL, -67,5% per gli autobus e midibus turistici, -37,5% per i minibus e -65,2% per gli scuolabus. Nel primo semestre del 2020, sono stati rilasciati 1.565 libretti di autobus contro i 1.988 di gennaio-giugno 2019 (-21,3%). Come già a maggio, mantengono segno positivo soltanto i minibus (+14,6%), mentre registrano un calo gli autobus adibiti al TPL (-24,9%), gli autobus e midibus turistici (-23%) e gli scuolabus (-47,4%).
Gli investimenti pubblici previsti a breve-medio termine per il rinnovo delle flotte del TPL, in presenza di un parco circolante (pubblico e privato) poco efficiente sotto il profilo ambientale e della sicurezza, nonché inadeguato al bisogno di servizi moderni e alternativi al trasporto privato – spiega Anfia – sono presupposti utili a sostenere una ripresa della filiera produttiva nazionale, che vanta avanzate competenze tecnologiche in materia ambientale. Oggi, il difficile contesto determinato dall’ancora necessario distanziamento fisico nei luoghi chiusi, limita la presenza dei viaggiatori sugli autobus e obbliga le aziende di autolinee ad impiegare un numero maggiore di mezzi per garantire un servizio adeguato sia sotto il profilo sanitario che dal punto di vista della frequenza dei passaggi.
Nei mesi a venire, con la probabile ripresa delle attività nelle sedi di lavoro o, comunque, con un minor ricorso allo smart working, l’offerta di trasporto pubblico dovrà nuovamente essere adeguata alla domanda e garantire gli spostamenti necessari, fornendo un’alternativa all’utilizzo del mezzo privato per evitare un aumento della congestione del traffico cittadino. Questa situazione renderà necessarie prove tecniche di mobilità, indispensabili, del resto, per ripensare e riorganizzare, in maniera flessibile, gli spostamenti feriali, al fine di evitare o reggere eventuali shock futuri analoghi a quello creato dalla pandemia da Covid-19.